”L’unico ostacolo per arrivare a un cessate il fuoco è Netanyahu. Che ha usato Israele, i palestinesi e gli ostaggi per le sue ambizioni personali o per evitare che vada in prigione per i processi a suo carico”. Parole dure e ampiamente previste quelle del ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e inviato di Mahmoud Abbas, Riyad al-Maliki. Davanti ai giornalisti, a margine dei Med Dialogues in corso a Roma, ha aggiunto che il primo ministro israeliano è convinto che ”prolungare la guerra gli impedisca di passare il resto della sua vita in carcere”.
Quanto al mandato di cattura della Corte penale internazionale, al-Maliki ha detto che l’Italia deve ”rispettare la giurisdizione” e arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se dovesse venire in territorio italiano. Il ministro degli Esteri dell’Anp ha ”chiesto al governo italiano di essere chiaro nel rispettare la decisione della Corte penale internazionale. Se non lo facesse applicherebbe un doppio standard nei confronti di Netanyahu, perché gli verrebbe riconosciuto il diritto di abusare del diritto internazionale”.
La risposta italiana non tarda ad arrivare. “Il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyhau ‘non riduce i tempi per la pace”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani incontrando la stampa a margine dei Rome Med Dialogues. ”Non credo che proprio che decisione di pensare di arrestare Netanyahu possa ridurre i tempi per la pace. Che è la cosa principale e non si risolve con queste scelte”. In un’intervista al Corriere della Sera il capo della diplomazia italiana ha ribadito la posizione del governo che, al netto del dibattito in atto, è decisa dalla premier Meloni e dalla Farnesina. ”È un errore equiparare chi ha pensato e organizzato la strage del 7 ottobre a un capo governo di un Paese democratico eletto”, ha spiegato nuovamente Tajani sottolineando la presa di distanza dalla reazione di Israele a Gaza.
Intanto fonti israeliane fanno sapere che l’accordo sul cessate il fuoco con Hezbollah, cui il premier israeliano Netanyahu avrebbe dato il via libera “in linea di principio”, dovrebbe essere trasmesso oggi al governo libanese. Lo ha riferito alla Cnn una fonte israeliana a conoscenza del dossier, secondo cui alcuni dettagli sono ancora in fase di negoziazione. Più fonti sottolineano inoltre che l’accordo non sarà definitivo fino a quando non saranno state risolte tutte le questioni.
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