Sarà forse per la situazione di classifica ormai drammatica dopo l’ennesima sconfitta (e quella di venerdì con il Renate, dopo una partita dominata, per certi versi è ancora più preoccupante), fatto sta che nelle ultime ore in casa alabardata sembra esserci stata un’accelerazione per la scelta del nuovo direttore sportivo.
Finalmente, verrebbe da dire, visto che quel ruolo nell’organigramma della Triestina è vuoto addirittura dal 4 settembre, data del licenziamento di Morris Donati.
In realtà, gli ormai quasi tre mesi senza diesse non possono meravigliare, perché le lungaggini nelle decisioni di questo club sono all’ordine del giorno: basti pensare ai tempi dell’esonero di Santoni, a quelli necessari per la scelta di Clotet o ancora quelli della reazione della società dopo il fattaccio fra il tecnico catalano e Krollis.
Sia chiaro, per il diesse nulla è ancora definito: dalla società, come da tempo accade, le comunicazioni sono praticamente inesistenti, mentre sul fronte squadra c’è stata un’isolata conferenza prepartita con la Feralpi, poi più nulla, nemmeno del dopopartita col Renate.
Riguardo ai nomi per il diesse, sono quelli che girano da un po’ di tempo, alcuni dei quali visti spesso alle partite dell’Unione.
Dopo che giovedì scorso aveva ripreso quota l’ipotesi di un arrivo di Mattia Collauto, nel week-end i rumors si sono spostati in maniera decisa su Daniele Delli Carri, un profilo che sembra più in linea con le attuali necessità della Triestina.
Qualcuno azzarda anche a ipotizzare un arrivo di entrambi, con compiti diversi, ma pare una soluzione altamente improbabile. Ma intanto sarebbe opportuno ne arrivi almeno uno, con un ruolo ben definito, compiti chiari e soprattutto la doverosa autonomia decisionale che spetta a un direttore sportivo. E forse proprio qui, sulle trattative dei margini di intervento, che si è consumato tanto tempo in questi tre mesi di trattative vista la necessaria convivenza con il dg Alex Menta.
Ora però serve decidere: è urgente che la nuova figura sia operativa adesso, per preparare le prime mosse di un mercato di gennaio che si annuncia difficilissimo e dal quale dipenderà la salvezza dell’Unione.
Si tratta comunque di due profili diversi. Daniele Delli Carri, 53 anni, padre fra l’altro di Filippo difensore del Padova, è un dirigente di solida esperienza, conosce bene la serie C e ha lavorato con Pescara, Genoa e Catania, anzi proprio il Pescara che attualmente è primo nel girone B lo ha costruito in gran parte lui.
A onor del vero c’è una brutta storia di parecchi anni fa, quando per una questione di partite comprate dal Catania per evitare la retrocessione, Delli Carri fu squalificato per quattro anni.
Nel 2020 la Figc accettò la sua richiesta di grazia con uno sconto di quattro mesi della pena. Storia comunque ormai alle spalle, considerato l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni col Pescara.
Collauto invece può vantare solamente i buoni risultati ottenuti al Venezia in coppia con Paolino Poggi, ma non va scordato che l’interruzione del suo rapporto con i lagunari fu dovuto proprio all’ascesa di Menta nel club arancioneroverde. —