Domani, 25 novembre, inizieranno i lavori per la demolizione di buona parte del corpo delle medie Stefanini di Treviso dopo la scoperta di calcestruzzi di scarsa qualità nelle strutture portanti. Una revisione sostanziale del cantiere avviato due anni fa – e sospeso da mesi – che oggi scatena una furente polemica da parte dell’opposizione. A incalzare Treviso Civica, con Franco Rosi, che punta il dito contro una «situazione imbarazzante» e critica duramente la gestione del progetto da sette milioni e più di euro, finanziato per 3 milioni dal Pnrr.
Lo stato di fatto delle strutture portanti è emerso nel corso delle verifiche antisismiche avviate nei mesi scorsi, quando la scuola era stata già svuotata e traslocata da oltre un anno e mezzo, e il cantiere aveva già provveduto a portare a nudo pareti e tramezzi dell’edificio.
In corso d’opera «attraverso approfondimenti ed indagini più invasive rispetto a quelle che potevano essere fatte durante la progettazione» scrive il Comune, «si sono accertate differenze che non trovano soluzione nel progetto di adeguamento sismico approvato» sottolinea il Comune, «idoneo alla situazione che era stata ipotizzata ma non allo stato della realtà riscontrata».
Il progetto è stato affidato il 9 febbraio 2022 (332 mila euro); otto mesi dopo (28 ottobre) è stato affidato il servizio di «verifica e supporto alla validazione del progetto definitivo-esecutivo» costato altri 30 mila euro e terminato con l’ok al piano, analizzato e validato.
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I carotaggi? Fatti come? L’8 novembre 2022 arriva l’ok al definitivo all’esecutivo appaltato il 6 febbraio (a scuole già trasferite da un mese). Il 7 ottobre scorso, mentre i lavori sono in stallo, viene affidato il servizio di verifica e di supporto alla variante necessaria perché, come detto, si son scoperti i calcestruzzi non a norma. Ad effettuarlo è la stessa ditta che ha validato il progetto due anni prima, la milanese Bureau Veritas Italia.
La variante prevede di demolire. E pensare che proprio il Comune in prima battuta aveva pensato di procedere così, salvo poi rivedere i piani e decidere di riqualificare, più che abbattere e ricostruire.
Si salverà la facciata storica, ma buona parte del “corpo scuola” sarà demolita. «È una situazione incredibile, imbarazzante. Da mesi chiediamo lumi sul cantiere, e da mesi ci viene risposto con sufficienza» attacca Franco Rosi di Treviso Civica, «la realtà ora è che il progetto non va bene, e si deve demolire. Questo a due anni dal trasloco, a due anni dall’avvio dei lavori. Se i lavori fossero stati fatti approfonditamente prima – e a quanto pare non sono stati fatti così – si sarebbe potuto capire subito lo stato delle strutture e pianificare un intervento adatto, o addirittura un intervento migliore, che valorizzasse le mura cittadine di cui tanto parliamo. Invece no» continua il consigliere, «tocca proseguire sulla via di un progetto rattoppato».
Rosi parla di «dilettantismo» e sottolinea: «Con la Don Milani il Comune si è trovato nella stessa situazione, a quanto pare non ha imparato nulla». A incalzare anche il Pd con Antonella Tocchetto: «Una situazione incredibile. C’è più da piangere che da ridere». Le opposizioni sono intenzionate a chiedere conto. Le Stefanini torneranno in sede a gennaio 2026, ad ora.