Riparte da Ravenna la storia di George Gordon Byron, uno dei poeti simbolo del Romanticismo, con l’inaugurazione, il prossimo 29 novembre, del Museo Byron e del Risorgimento nella sede di Palazzo Guiccioli.
L’imponente dimora storica è stata trasformata in un complesso museale in cui, su due piani e attraverso 2mila e 220 metri quadri e ventiquattro sale, si riannodano i fili del lungo soggiorno di Byron in città, l’amore che lo legò alla contessa Teresa Guiccioli, che guidò l’esule inglese a Ravenna, e la passione civile germogliata all’incontro con la Carboneria, il primo passo sulla strada che avrebbe portato il grande poeta a votarsi alla causa della libertà dei popoli e unirsi agli indipendentisti greci.
Grazie a un’importante opera di restauro, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, torneranno così a rivivere le stanze dove Byron amò e scrisse (qui compose, fra gli altri, il “Don Juan“, l’ultimo canto del “Childe Harold’s Pilgrimage“, “Marino Faliero“, “Sardanapalus“, “The Two Foscari“, “The Prophecy of Dante“), mentre l’experience interattiva e intermediale firmata da Studio Azzurro trasporterà i visitatori nell’Ottocento ravennate, specchio di slanci poetici e patriottici che percorsero tutta l’Europa.
Accanto ai memorabilia sentimentali di Teresa, edizioni pregiate e cimeli risorgimentali, inclusi quelli provenienti dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi, Palazzo Guiccioli ospita anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini. Il Palazzo è inoltre diventato sede italiana della Byron Society.
“Romana, bizantina, ostrogota, dantesca… dei molti volti di Ravenna, forse la Ravenna ottocentesca è quella che fino a oggi ha trovato meno spazio nella biografia della città – spiega Ernesto Giuseppe Alfieri della Italian Byron Society e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che ha curato l’iniziativa della ‘svolta’ museale di Palazzo Guiccioli – Con l’inaugurazione del complesso museale offriamo ai visitatori la possibilità di ‘camminare’ attraverso quel secolo, sulle tracce di Lord Byron, di Teresa Gamba Guiccioli e degli uomini e delle donne che sognarono e fecero l’Italia unita”, ha concluso Alfieri.
Il presidente della Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli, ha sostenuto che: “L’amore per Teresa portò Byron a trasformarsi e, senza diventare un santo, cambiò vita. Andava a cavalcare nella foresta pinetale a Ravenna e qui incontrava i Carbonari che lo salutavano in dialetto ma dicevano di essere ‘americani’. Non lo erano ovviamente, ma lui, incuriosito da questa stranezza, approfondì la conoscenza fino ad aiutare quel movimento che fu la prima semina del Risorgimento dopo il Congresso di Vienna, per quel raccolto che si sarebbe realizzato poi con Mazzini, Garibaldi e Cavour. In Palazzo Guiccioli – ha aggiunto- si coniugano un’esigenza e un sogno. L’esigenza era quella del Comune, che aveva ereditato il Palazzo, di destinarlo a un uso adeguato, il sogno era quello nostro di vederlo dedicato al suo più illustre abitante”, ha concluso Patuelli.
Ha preso parola anche il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale: “Una nuova pagina della storia di Ravenna racchiusa in un gioiello architettonico nel cuore della città che offrirà a cittadini e turisti un’occasione imperdibile per conoscere e scoprire l’unico museo al mondo dedicato alla figura di Lord Byron, il museo del Risorgimento e il museo delle Bambole–Collezione Graziella Gardini Pasini“.
Palazzo Guiccioli, dimora nobiliare fra le più imponenti ed eleganti della città romagnola, fu eretto a fine Seicento per l’ascesa al patriziato della famiglia Osio, all’alba dell’Ottocento fu acquisito da Alessandro Guiccioli. Byron vi soggiornò fra il 1819 e il 1821 (aveva seguito a Ravenna l’amata Teresa Gamba, moglie del Conte Alessandro, di quarant’anni più anziano) e durante la sua permanenza lì giunse in visita anche Percy Shelley, autore di poemi narrativi visionari come il Prometeo liberato (Prometheus Unbound) e l’Adone (Adonais). Oltre a Byron, in questa dimora nel centro della città di Ravenna ha soggiornato, tra gli altri, anche Oscar Wilde.
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