Novembre 2024. Dal tendone del Circus della Formula Uno si sporge un clown: urla a gran voce che la McLaren è in testa al campionato costruttori, che nelle ultime gare chi ha fatto più punti di tutti è la Ferrari, che la Red Bull non è più imbattibile!
Nessuno, tuttavia, gli crede: tanto vince sempre Max Verstappen.
Max non è un eroe. È un concentrato di tigna agonistica alimentata dalla pressione familiare, di esuberanza giovanile sagacemente sfruttata da un team di corsari, che sanno bene come costruire un meccanismo vincente e adattarlo al fenomeno di turno, e della sana – ma non per gli avversari – abitudine a trascurare la linea che separa la sincerità dalla sfrontatezza, come per i track limits, del resto.
Max non è un totem. Non si atteggia a figura messianica come Hamilton, non si danna per piacere a tutti come Vettel, non ha pretese da oracolo come Alonso, non è un cavaliere senza macchia e senza paura come Leclerc. È uno che ama correre finché ciò lo farà vincere, stravincere, annichilire gli avversari: è quello che tutti si augurano, sotto sotto, e che solo a pochi riesce.
Max non è Senna, non è Prost, non è Schumacher, non è nemmeno Lauda: nessuno lo è, nessuno lo sarà mai. Quei piloti, quei tempi che rappresentavano e quelle stagioni che abbiamo vissuto sono finiti per sempre, andati. L’affetto, la nostalgia e le lacrime non giustificano questo voler a tutti i costi vedere un passato che si reincarna nel presente, un voler celebrare a tutti i costi rubando immagini e suggestioni a un vissuto che accomuna tutte le figlie e i figli del motorsport, attaccandoli per forza alla figura di questo o quel dominatore. Max è figlio del suo tempo, della sua epoca, del suo modo di guidare, della sua Formula Uno, nella quale non vai da nessuna parte se non sei nel team migliore con la migliore monoposto e nella quale, se tutto va bene, ti riesce di mostrare il manico quando una pioggia torrenziale livella le prestazioni dei mezzi meccanici e non hai niente da perdere, perché tu non vuoi perdere.
Max è un campione del mondo. L’unico, vero predestinato della giovane generazione, capace di massimizzare una stagione che si era messa storta non tanto perché la Red Bull ha dovuto, da un certo punto in poi, fare a meno di Newey, ma perché le altre scuderie, la McLaren più di tutti, hanno dimostrato di poter essere davanti facendo del tutto a meno di Newey. Dirò una cosa controcorrente: era un obbiettivo doveroso confermarsi campione, se si vuole assurgere a fenomeno e rappresentare, con piede pesante e cattive intenzioni, il pilota che supera i limiti del mezzo e che batterebbe i colleghi a parità di macchina. Ben fatto, Max.
A fine spettacolo, un clown è seduto, assorto, accanto al tendone sbilenco del Circus della Formula Uno. T-tray, papaya rules, ali flessibili, strategie azzeccate dalla Ferrari, Mercedes inguidabili: c’era tutto nel suo show!
Il pubblico, tuttavia, pur avendolo applaudito, difficilmente ne ricorderà il contenuto: tanto vince sempre Max Verstappen.
CLASSIFICA PILOTI F1 2024, dopo la gara di Las Vegas 1 M. Verstappen Red Bull 403 | Campione del Mondo 2 L. Norris McLaren 340 3 C. Leclerc Ferrari 319 4 O. Piastri McLaren 268 5 C. Sainz Ferrari 259 6 G. Russell Mercedes 217 7 L. Hamilton Mercedes 208 8 S. Perez Red Bull 152 9 F. Alonso Aston Martin 62 10 N. Hulkenberg Haas 35 11 Y. Tsunoda RB 30 12 P. Gasly Alpine 26 13 L. Stroll Aston Martin 24 14 E. Ocon Alpine 23 15 K. Magnussen Haas 14 16 D. Ricciardo RB 12 17 A. Albon Williams 12 18 O. Bearman Ferrari 7 19 F. Colapinto Williams 5 20 L. Lawson RB 4 21 V. Bottas Kick Sauber 0 22 G. Zhou Kick Sauber 0 23 L. Sargeant Williams 0
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