La guerra in Ucraina prosegue con le forze russe in costante avanzata e Kiev che, pur resistendo, affronta crescenti difficoltà. Intanto, l’attenzione della comunità internazionale si concentra sul futuro politico degli Stati Uniti, dove Donald Trump si prepara a dettare la linea della sua presidenza post-Biden.
Non a caso, il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, è volato in Florida per incontrare il tycoon e discutere delle sfide che l’Alleanza Atlantica dovrà affrontare nei prossimi anni. Durante il faccia a faccia, Rutte ha ribadito che la difesa dell’Ucraina è cruciale sia per la sicurezza europea sia per quella americana. Ha inoltre evidenziato come minacce globali, tra cui Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, debbano essere affrontate con una rinnovata unità tra i Paesi occidentali.
Volodymyr Zelensky osserva con attenzione i movimenti del futuro presidente americano, mantenendo un atteggiamento di prudente attesa. “Voglio vedere le sue proposte di pace”, ha dichiarato il leader ucraino, consapevole che le decisioni di Trump saranno determinanti per il destino del conflitto.
Zelensky teme che l’approccio del nuovo inquilino della Casa Bianca possa puntare a congelare il conflitto, lasciando alla Russia i territori già occupati in cambio di vaghe garanzie di sicurezza per Kiev. La posizione dell’Ucraina resta ferma sulla necessità di rispettare l’integrità territoriale del Paese, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite.
Trump, dal canto suo, starebbe valutando la nomina di Richard Grenell, ex capo dell’intelligence statunitense, come inviato speciale per l’Ucraina. Una mossa che potrebbe segnare l’inizio di negoziati diretti con Zelensky.
La visita di Rutte in Florida si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione tra i Paesi Nato, mentre Trump ha storicamente criticato i partner europei per il loro scarso impegno finanziario nella difesa comune. L’obiettivo del segretario generale è mantenere compatto il fronte atlantico di fronte alla Russia e ad altre sfide globali.
Parallelamente, il G7 dei ministri degli Esteri, in programma a Fiuggi, vedrà al centro dei lavori proprio la crisi ucraina. Il ministro italiano Antonio Tajani ha ribadito che il sostegno al popolo ucraino rimane una priorità della presidenza italiana del G7, aggiungendo che l’obiettivo è raggiungere una pace che rispetti pienamente la sovranità di Kiev.
Tra i timori emergenti, il sostegno militare della Corea del Nord alla Russia. Fonti del Pentagono indicano che truppe nordcoreane, già avvistate a Kursk, avrebbero raggiunto Mariupol e Kharkiv, pronte a partecipare attivamente ai combattimenti.
Sul fronte militare, la Russia continua a consolidare il proprio controllo. Nel Donbass, Mosca ha annunciato la conquista di un nuovo villaggio, mentre le forze ucraine hanno perso oltre il 40% del territorio temporaneamente occupato nella regione russa di Kursk.
Vladimir Putin, deciso a mantenere la pressione, ha autorizzato la produzione su larga scala di missili ipersonici, recentemente testati su Dnipro, e firmato una legge che cancella debiti fino a 100.000 dollari per chi si arruola nell’esercito.
Con l’inverno alle porte e un quadro geopolitico sempre più complesso, il futuro dell’Ucraina si intreccia indissolubilmente con le scelte strategiche dei grandi attori internazionali.
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