Gli sono entrati in casa, nel cuore della notte, e gli hanno fatto violenza usando persino filo elettrico e cacciavite. Fuggendo, poi, con 14 mila euro in contanti.
A distanza di oltre un anno, uno dei due rapinatori senza scrupolo è stato fermato e portato in carcere, incastrato dal giubbotto che aveva dimenticato nella scena del crimine.
I carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Padova, con il supporto dei colleghi di Marcianise, in provincia di Caserta, hanno arrestato un cittadino albanese di 34 anni, accusato di essere uno dei due responsabili del brutale episodio avvenuto nella notte dell’11 luglio 2023 in via Ca’ Negri, tra Montagnana e la località Megliadino San Fidenzio di Borgo Veneto.
La vittima, il signor A.R., un pensionato che viveva da solo (oggi si trova in una struttura assistenziale), era stata sorpresa nel sonno dai malviventi, che dopo averlo minacciato e aggredito erano riusciti a sottrargli una somma consistente, frutto dei suoi risparmi.
La rapina, avvenuta intorno alle due di notte, si è consumata con una violenza tale da lasciare l’anziano ferito e sotto choc: i due malviventi, con il volto coperto, sono entrati nell’abitazione forzando una finestra, per poi avventarsi sulla vittima, minacciandola con un cacciavite per ottenere il denaro custodito in casa.
Non soddisfatti della semplice intimidazione, i rapinatori hanno poi infierito sull’uomo colpendolo ripetutamente con un cavo elettrico. Di fronte a quella brutalità, al malcapitato non era rimasto che consegnare nelle mani dei due rapinatori 14 mila euro.
Dopo il furto, i criminali si erano rapidamente dileguati, lasciando la vittima in uno stato di choc e con lesioni tali da richiedere cure mediche immediate. L’indagine, coordinata dalla procura della repubblica di Rovigo, si era concentrata fin da subito su ogni elemento utile per risalire ai responsabili.
Partendo dalla dettagliata denuncia del signor A.R., i carabinieri avevano svolto un sopralluogo accurato nella casa della vittima, nel quale era stato rinvenuto un indizio cruciale: un giubbotto catarifrangente abbandonato sotto una finestra, probabilmente perso da uno dei rapinatori durante la fuga.
Questo oggetto, sottoposto ad analisi tecnico-scientifiche, ha poi rivelato un profilo genetico corrispondente a quello del 34enne, evidentemente già noto alle autorità, permettendo così agli inquirenti di raccogliere prove determinanti per l’identificazione del sospettato.
Dopo mesi d’indagini, martedì scorso è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Rovigo: l’indagato è stato arrestato a Marcianise e trasferito presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia sempre di Caserta, e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria rodigina.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente il coinvolgimento di altri soggetti e per ricostruire ogni dettaglio della vicenda, dato che, secondo l’ipotesi accusatoria, il crimine era stato commesso da almeno due persone.