A inizio ottobre la Guardia di finanza della Compagnia di Tarvisio aveva reso noto di aver fermato, al casello autostradale di Ugovizza, un furgone con a bordo 122 confezioni di infiorescenze di cannabis sativa, per un totale di 129,873 chilogrammi. Dagli accertamenti compiuti in loco dalle Fiamme gialle (attraverso un esame speditivo, e cioè rapido, effettuato con specifici reagenti) era emerso come la sostanza trasportata fosse marijuana. Era quindi scattato il sequestro con l’arresto dell’autista dell’automezzo (un cittadino polacco di 42 anni) e del suo passeggero (una donna di 42 anni), accusati, in concorso, dell’introduzione in Italia della sostanza stupefacente (le due persone sono state liberate poco dopo).
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Il carico, partito dalla Repubblica Ceca e diretto in Francia, a detta delle Fiamme gialle, avrebbe potuto fruttare, sul mercato illecito, fino a 1,5 milioni di euro. Qualche giorno fa, su istanza dell’avvocato Andrea Della Rosa, difensore della multinazionale produttrice della merce, la Procura di Udine ha disposto il dissequestro della cannabis sativa. Ora potrà tornare nella disponibilità dell’azienda.
Ma la questione rischia di non essere ancora chiusa, in quanto un recente decreto legge del governo Meloni ha vietato «importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa o cannabis sativa». Quando il carico riprenderà la strada della Francia, quindi, in linea teorica, potrebbe nuovamente essere fermato e sottoposto a sequestro da parte delle forze di polizia.
«Il tema vero – ha chiarito Della Rosa – è legato al contrasto tra una normativa comunitaria che ha sdoganato la cannabis light, e una serie di normative degli Stati membri completamente diverse. Ci sono degli esempi di Paesi che hanno normative più “morbide” rispetto a quelle comunitarie – ha aggiunto – altre più stringenti, poi c’è il caso dell’Italia dove, dopo l’ultima modifica legislativa, viene completamente escluso l’utilizzo e il trasporto della cannabis light».
L’istanza di dissequestro presentata in Procura da Della Rosa si basava sul fatto che la merce intercettata a Ugovizza era accompagnata da analisi e documentazioni tali da dimostrare che si trattava di cannabis legale, diretta in Francia per conto di una multinazionale leader in Europa nella produzione di questa tipologia di prodotto.
«Oggi la normativa italiana si pone in contrasto con la libera circolazione delle merci nel mercato comunitario – ha concluso Della Rosa – e quindi è auspicabile che tale problematica venga risolta quanto prima, poiché il nostro territorio si trova al centro di una via di comunicazione per il trasporto merci a livello europeo, e le ripercussioni per le aziende rischiano di essere pesanti sotto il profilo economico».