La sinistra europea ingoia il rospo. Le delegazioni del Pd e del Psoe ingoiano la nomina di Raffaele Fitto, Commissario designato per la Coesione e le Riforme e anche la sua vicepresidenza esecutiva. Un voto che prefigurava un allargamento politico della maggioranza all’Ecr e che aveva creato alzate di scudi dei Socialisti e, in casa nostra, del Pd. Dopo tanti muri la segretaria Schlein ha capitolato: “Il contributo mio e del Pd va nella direzione di chiudere un accordo e lanciare in avanti quella maggioranza”, ha detto nella conferenza stampa al Nazareno convocata per commentare i risultati delle Regionali in Umbria ed Emilia-Romagna. Dopo tanto sbraitare la sinistra si “addomestica”. Viene da ridere a rileggere i niet delle scorse settimane venute meno dopo le “raccomandazioni” dei vari Mattarella, Monti, Prodi.”Non scherzate”. Poche parole e, precedentemente la convocazione di Fitto al Quirinale, hanno spento i bollenti spiriti barricaderi dei socialisti e del Pd in primis, gruppo portante d S&d.
Rammentare le parole grosse anti-Fitto e anti italiane è divertente. Lo fa il Fatto Quotidiano che sbertuccia le dichiarazioni dii “principio” che si erano sprecate le scorse settimane.
“Per quel che mi riguarda, Raffaele Fitto non deve essere vicepresidente della Commissione Ue e per quel che so il mio gruppo non ha cambiato posizione al riguardo”. Così Raphaël Glucksmann, Socialisti francesi.
“Teresa Ribera è socialista: l’accordo tra noi e il Ppe sin dall’inizio della legislatura è stato tra forze europeiste, è un accordo che va rispettato. Non è accettabile che si metta sullo stesso piano Ribera e Raffaele Fitto. Se cade l’accordo ne risponderà Manfred Weber”. Parola della presidente del gruppo dei Socialisti Ue, Iratxe Garcia Perez. Totalmente smentita, naturalmente.
Altre parole famose: “Si è rotta completamente la fiducia con il Ppe, non c’è più. Fitto non avrà i voti dei Socialisti in commissione Affari regionali, in nessun caso. Non è una questione spagnola, né un problema con l’Italia o con Fitto, ma un problema con l’estrema destra. Se vogliono votare Fitto con un’altra maggioranza, lo votino”. Fonti del gruppo dei Socialisti Ue. Ma ecco arrivare i “nostri”, prosegue l’articolo di Salvatore Cannavò.
Erano arrivati i diktat di Brando Benifei: “Ursula ci ascolti o in aula rischia”, aveva dichiarato in un’intervista a Repubblica l’eurodeputato Pd. ribadendo il no a Raffaele Fitto vicepresidente della Commissione.
La carica dei dem era proseguita con Dario Nardella “Non basta valutare l’audizione del commissario Fitto, cosa che abbiamo fatto senza pregiudizi. Noi dobbiamo anche considerare l’impostazione complessiva della Commissione”. Lo affermava al Corriere della Sera l’eurodeputato Pd. Contrordine compagni.
Andrea Orlando così parlò: “La delegazione del Pd può votare per Fitto perché italiano o addirittura perché è pugliese; tralasciando il fatto che fa parte di un partito radicalmente antieuropeo; che appartiene a una famiglia politica a livello continentale altrettanto antieuropea, e in quanto tale rivendica la posizione. In questo caso (quello di un voto a favore) a essere compromesso – spiega Andrea Orlando – sarà il profilo europeista del Pd”. Urge un chirimento, da parte sua se non altro.
Persino Stefano Bonaccini aveva eluso i richiami di Mattarella dicendo, appena il 16 novembre, intervistato da Repubblica: “Fitto appartiene a un partito che a Bruxelles è all’opposizione: ed è indicato da un governo la cui maggioranza è di segno opposto a quella che nel Parlamento europeo sostiene Ursula von der Leyen”. Se la vedano Urlula e Ppe, aveva detto.
L’immancabile Pina Picierno diceva: “I nomi in questa vicenda non c’entrano nulla. Ho letto il post infantile di Giorgia Meloni. Prendersela col Partito democratico e ridurre tutta la questione a Fitto sì, Fitto no: significa non leggere con le lenti giuste quello che sta accadendo. Invece di fare i post su Facebook, Giorgia Meloni dovrebbe mettersi su un aereo: venire a Bruxelles e contribuire a risolvere la situazione. Questo fa un leader politico”. Commentare non serve.
A tutti costoro è bastato il “monito” congiunto Monti-Prodi per faqr loro cambiare opinione. “In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare a Est e a Ovest, confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine: in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i Popolari e i Socialisti”. Come dire: non fatevi riconoscere come i soliti fancazzisti. E i rospo è stato ingoiato.
L'articolo Contrordine compagni: le ultime parole famose di Socialisti e Pd su Fitto fino a pochi giorni fa sembra essere il primo su Secolo d'Italia.