IVREA. «Non abbiamo trovato la frase relativa ai capi di imputazione nelle relazioni di servizio, chiediamo scusa e ridefiniremo il perimetro del processo». Sono le parole del sostituto procuratore generale Carlo Avenati Bassi, che insieme alla pm Sabrina Noce, sostiene per la procura generale di Torino le accuse contro gli agenti di polizia penitenziaria di Ivrea per lesioni ai detenuti e falsi nelle relazioni di servizio. Sono usciti così dal processo perché il fatto non sussiste: Francesco Callerame, Salvatore Fantasia, Massimo Emiliano Calvano e Massimiliano Cannavò, che erano a processo insieme a circa 15 colleghi. Tutti difesi dagli avvocati Celere Spaziante, Alessandro Radicchi, Antonio Mencobello ed Enrico Scolari.
In pratica la frase falsificata e attribuita a un detenuto «ora mi faccio male così dico che siete stati voi a picchiarmi, così vi rovino», in realtà non era contenuta all’interno di alcuna relazione di servizio agli atti del processo. Così il giudice Edoardo Scanavino ha pronunciato da subito la sentenza di assoluzione.
L’avvocato Spaziante, che difende tre degli imputati si è detto «enormemente soddisfatto perché avevamo avanzato questa richiesta fin dall’udienza preliminare e non siamo stati ascoltati, era inutile prolungare l’afflizione degli imputati già provati da dieci anni di processo».