«Esiste la storia dell’arte?». Con questa domanda provocatoria ma necessaria, Roberto Nicolucci, professore di storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, dà inizio a un viaggio nel mondo dell’arte attraverso le maggiori opere in un libro, “Capolavori e contesti. Fondamenti di storia dell’arte Moderna”, Edipress Marconi, E.45).
Un viaggio non solo metaforico ma quanto mai fisico, reale, perché «da qualunque parte la si affronti, […] la storia dell’arte è soprattutto geografia dell’arte». Si tratta di un percorso – atlante alla mano – alla scoperta dei più grandi artisti dell’epoca moderna, dentro e fuori i confini italiani; si tratta di seguirne i passi, di osservarne influenze e commistioni. Dai contesti ai capolavori e viceversa, il territorio analizzato per spiegare pennellate e prospettive, che a loro volta possono mostrare i mutamenti geopolitici e sociali.
Si tratta, soprattutto, di gettare le basi per ottenere quella fondamentale capacità di saper vedere le opere, indispensabile per uno storico d’arte. È dunque necessario, oggi più che mai, chiedersi in che modo sia possibile intraprendere un percorso di studi volto all’arte e soprattutto, se sia lecito avvicinarsi a questo mestiere nell’era del digitale, in cui: «sommersi fino ad affogare in un flusso ininterrotto, uno stream di fotografie, siamo avvezzi a tutto guardare senza nulla vedere».
Così, al ritmo di sezioni, da lui definite medaglioni monografici, Nicolucci si muove agevolmente su un terreno a dir poco tortuoso, tenta di offrire al lettore gli strumenti per affrontare lo studio della storia dell’arte da una prospettiva completa e innovativa, fornendo la bibliografia essenziale di chi, prima di lui, ha scritto d’arte. Un pugno di libri per avere le nozioni basilari ma soprattutto i guizzi per accendere la vera critica d’arte moderna. Da Argan a Longhi, passando per Ferdinando Bologna, Nicolucci non teme di puntare l’obiettivo su quei testi, a volte di difficile lettura, che sono stati fondamentali per la sua formazione.
Ripartendo quindi dalla domanda iniziale, Nicolucci ci mostra non solo l’esistenza della storia dell’arte, ma anche tutte le sfumature dei suoi studi. Spaziando sull’atlante geografico, creando un ideale atlante dell’arte, ci racconta le opere dei grandi artisti classici, dei talenti del primo Rinascimento fino ai cosiddetti neoclassici; ci mostra la bellezza, a volte nascosta, del nostro paese, come Padula e la sua certosa o la “bellezza senza fine” di Genova, sfruttando questi spunti per approfondire la cultura prospettica, il Manierismo, lo sperimentalismo anticlassico.
Roberto Nicolucci nasce a Napoli. Storico e critico d’arte curioso e versatile, Nicolucci è editore e professore a contratto di storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi.nal Museo nazionale di Capodimonte di Napoli.
Nel 2021 ha fondato la casa editrice Roberto Nicolucci Editore per la quale ha curato il catalogo KEPÌ. Sala museale di storia, arte e cultura della Scuola Militare Nunziatella (2021), Francesco Solimena di Ferdinando Bologna (2022) e Gemito. La vita, l’opera di Salvatore di Giacomo e pubblicato Arte al guinzaglio. Passeggiata semiseria tra quadri, copertine e fotografie (2022), Un occhio di riguardo. Racconti di arte moderna 1401-1784 (2022), Maradino alla scoperta dell’Italia. Napoli (2022), Fatti per unire. Ponti nell’arte tra Messina, Roma, Genova e il fiume Kwai (2023), Picasso, Lo straordinario ladro della pittura (2023), La madre di tutte le autostrade (2024).
L'articolo Guardare l’arte per “vederla” davvero: in un libro le lezioni di bellezza del professor Nicolucci sembra essere il primo su Secolo d'Italia.