Negli ultimi vent’anni, la questione degli alloggi scolastici occupati abusivamente è diventata un problema sempre più complesso per diverse amministrazioni comunali. Dopo la statalizzazione dei dipendenti comunali nelle scuole, i collaboratori scolastici con funzioni di guardiania hanno perso il diritto di abitare negli alloggi e di fruire dei servizi annessi, come luce, acqua e gas. Eppure, nonostante questa riforma, molti di questi immobili, alcuni dei quali di grande valore, sparsi nel centro di Roma o nel quartiere Vomero di Napoli, continuano ad essere abitati, spesso in maniera del tutto illegittima. A vivere in queste case non sono più i custodi, ma i loro eredi, o addirittura estranei che, nel tempo, sono riusciti a “far propri” quegli spazi “acquistandone” il diritto illegalmente.
Da custodi a inquilini fantasma
Le scuole non hanno più chi le custodisca, ma gli alloggi scolastici restano occupati, con le utenze a carico delle casse pubbliche. A Roma, ad esempio, si contano circa 500 di questi alloggi nel cuore della città, che includono attici di pregio, molti dei quali sono al centro di contese tra i dirigenti scolastici. Questi ultimi, da anni, chiedono la restituzione degli spazi per ampliare le aule, creare biblioteche o realizzare laboratori. Una situazione che mostra una illegalità diffusa e su cui il Comune di Roma non ha mai fornito una stima ufficiale dei danni economici derivanti da questa situazione.
La questione, però, non riguarda solo la Capitale. A Napoli, situazioni simili si trascinano da decenni. La Corte dei Conti della Campania ha infatti stimato che la mancata riscossione di affitti e utenze abbia causato un buco di 133 milioni di euro nelle casse comunali. Un esempio eclatante è quello di un ex custode che ha occupato abusivamente un alloggio per ben 35 anni: l’appartamento della scuola “Vanvitelli” nel quartiere Vomero. Dopo il pensionamento del custode, avvenuto nel settembre 1988, l’ex dipendente non ha mai lasciato la casa pubblica. La situazione si è protratta anche dopo la sua morte, nel 2010, con l’occupazione che è passata agli eredi, i quali continuano a vivere nell’alloggio comunale. In totale, si contano 35 anni di affitti e consumi idrici non pagati al Comune di Napoli.
Un problema quello delle occupazioni abusive che nonostante sia noto da anni si è scontrato nel tempo con l’inerzia delle amministrazioni comunali, la lentezza della burocrazia e con resistenze personali e sociali, ma negli ultimi mesi, qualcosa sembra muoversi. Al liceo Righi di Roma, la Guardia di Finanza ha avviato un’ispezione per verificare l’uso degli spazi. A Napoli, invece, dal 2024 sono stati effettuati 20 sgomberi, e altri 26 sono previsti entro il 2025. Ma ogni intervento si scontra con storie complicate: famiglie in difficoltà, anziani senza alternative, o nuclei che si appellano alla prescrizione o cercano accordi con gli enti locali.
Il racconto degli sprechi
“Sono 18 anni che denunciamo l’occupazione abusiva di questi alloggi, e solo ora il Comune annuncia un intervento con una
delibera per liberarne i 500 presenti solo nella città di Roma”-commenta Mario Rusconi presidente ANP Associazione Nazionale Presidi del Lazio
Di che danno erariale parliamo?
“Il danno erariale non è stato ancora ufficialmente quantificato, ma il quadro è evidente: pochissimi occupanti pagano un affitto simbolico di appena 100 euro al mese per vivere in immobili di pregio nel cuore di Roma, mentre la maggior parte non versa nulla, nemmeno per le utenze, che continuano a gravare sulle tasche dei cittadini”.
Chi sono gli occupanti?
“Tra gli occupanti si contano solo in minima parte ex bidelli o custodi ormai settantenni o ottantenni. La maggioranza, invece, è costituita da parenti o persone estranee che, in maniera del tutto abusiva e illegale, si sono appropriati di questi spazi, spesso “acquistando” un presunto diritto inesistente. Con il risultato di danni erariali enormi per il Comune, che continua a chiedere sacrifici ai cittadini onesti, mentre immobili di valore restano occupati illegalmente, privando le scuole di risorse fondamentali".