Per una volta – sarebbe un evento più unico che raro – l’opportunismo politico/elettorale potrebbe essere risposto nei cassetti delle stanze del potere. La vicenda che vede il governo USA contro Google, infatti, potrebbe essere l’unico lascito che unirà l’amministrazione Joe Biden da quella (imminente dopo le ultime Presidenziali americane) guidata da Donald Trump. Infatti, la causa intentata dal Dipartimento di Giustizia a stelle e strisce risale addirittura al primo mandato del Repubblicano alla Casa Bianca ed è proseguita nel corso dell’ultimo mandato del Democratico. Dunque, l’appena ri-eletto Presidente degli Stati uniti si ritrova in mano il pallino di quel “gioco” iniziato diversi anni fa.
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Ricapitoliamo in sintesi. Durante la prima Presidenza Trump, il Dipartimento di Giustizia americano – sostenuto anche da documenti presentati dall’Antitrust – aveva denunciato Google per abuso di posizione dominante sul mercato dei motori di ricerca. L’azione fu archiviata proprio durante il (traumatico) passaggio di consegne alla Casa Bianca, ma l’amministrazione Biden è andata avanti, con il Dipartimento di Giustizia che è tornato a sollecitare l’intervento dei giudici per valutare il comportamento dell’azienda Big Tech e, in particolare, su quello della holding Alphabet. E lo scorso 5 agosto si è arrivati a questa sentenza storica (qui il testo integrale), quella che – ora – potrebbe portare a un ordine di vendita di Chrome e dei provvedimenti legati al sistema operativo Android.
Trump, dunque, tornerà ad avere il possesso del pallone di questa azione iniziata sotto il suo primo mandato su spinta proprio del suo governo. È impossibile, dunque, che si cambi la direzione e – dunque – almeno per una volta si seguirà quanto accaduto durante un mandato presidenziale di un “rivale politico”. Eviteremo, probabilmente, i balletti controversi di cui si è resa protagonista l’amministrazione Biden su TikTok. Per chi non lo ricordasse: Trump, all’epoca Presidente, voleva obbligare ByteDance a vendere la piattaforma a un’azienda americana, ma l’allora candidato Democratico si era opposto e all’inizio del suo mandato sconfessò quell’iniziativa. Poi, però, negli ultimi due anni cambiò idea, riportando in auge quell’esigenza già palesata da Trump.
Insomma, un balletto politico-elettorale per poi arrivare allo stesso identico punto di caduta. Ma quattro anni dopo. Ma nella vicenda del governo USA contro Google tutto ciò non dovrebbe accadere. Anche perché lo stesso Trump ha annunciato misure importanti relativamente alle aziende Big Tech e, soprattutto, il suo factotum – il D.O.G.E. Elon Musk – ha il dente avvelenato con Google. E non solo.
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