C’è un tema che merita di essere approfondito in vista del finale di stagione della Formula 1. Le tre gare rimanenti, ovverosia Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, si disputeranno tutte in notturna. Nel Nevada si comincerà alle 22.00 locali, a Lusail alle 19.00 e a Yas Marina alle 17.00. Per la verità, in quest’ultimo caso saremo al tramonto, ma si chiuderà al buio.
Ebbene, non si tratta di una dinamica banale se si guarda alla Ferrari e alle sue ambizioni nel Mondiale costruttori. Sappiamo bene come uno dei pregi della SF-24 sia quello di essere “gentile” con gli pneumatici, trattati con i guanti e preservati più a lungo di quanto non facciano le altre monoposto di vertice. Tale caratteristica della vettura di Maranello è stata la chiave del successo di Monza, giusto per fare un esempio.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che si può faticare a mandare gli pneumatici in temperatura d’esercizio, oppure si sia costretti a scendere a compromessi sull’assetto proprio per consentire alle gomme di raggiungere un accettabile rendimento. Ovviamente, questo può comportare scompensi sotto altri aspetti (bilanciamento o efficacia aerodinamica). Pertanto, correre di notte non è necessariamente un bene.
Singapore, in tal senso, è stata emblematica. Una qualifica deficitaria ha condizionato in negativo anche la gara, dove il passo non era malvagio. Cionondimeno, le Rosse hanno ceduto ben 24 punti alla McLaren. Non che in Arabia Saudita e in Bahrain, altri GP disputati al buio, sia andata molto meglio. Eravamo però a inizio stagione e le monoposto erano ben diverse da quelle attuali.
Insomma, c’è questa incognita da tenere in considerazione. Una variabile in più sul tavolo da gioco nella sfida con il Team di Woking per la conquista dell’Iride costruttori. Vedremo se l’assenza del Sole rappresenterà un fattore decisivo, oppure se l’evoluzione della SF-24 avrà ovviato a quello che, sinora, è stato un handicap.