Ivrea
Da gennaio 2025 al 27 novembre prossimo. Muviq ha accolto la richiesta dei sindacati di stringere i tempi dell’incontro cruciale. Il terzo, dal passaggio di proprietà, sarà anticipato al 27 novembre rispetto all’inizialmente ipotizzato gennaio 2025, sempre nella sede di Confindustria.
Una mezza buona notizia a cui ora si spera faccia seguito anche l’altra metà, ovvero la messa a verbale da parte del fondo Aurelius, proprietario di Muviq dopo la scissione da Dayco nello spin off andato in porto la scorsa estate, delle garanzie sul mantenimento a San Bernardo dei posti di lavoro e degli investimenti, già promessi dal Ceo ma solo a voce. In questa fase le parti sociali sono abbottonatissime. Di certo, l’ok a vedersi due mesi prima sulla tabella marcia è cosa di per sé positiva.
«Direi che è una prima parte di buona notizia – commenta Gianni Pestrin, responsabile Fiom Ivrea – nel senso che noi avevamo chiesto di incontrarci prima di quanto proposto dall'azienda e l'azienda ha accettato. Mi auguro a questo punto che riconfermi per iscritto quanto anticipato a voce nei precedenti tavoli e che all’incontro partecipino figure titolate a farlo. Parliamo di occupazione, naturalmente, e di investimenti. Investimenti che ci permettano quantomeno di confidare nel fatto che l'azienda abbia intenzione di continuare a Ivrea in un programma di sviluppo, così da fronteggiare al meglio le turbolenze dei mercati».
Nella sede di via Torino, ora sotto l’insegna Muviq, lavorano 492 persone tra ricerca, progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di trasmissione di motori e servizi aftermarket.
Con la scissione da Dayco Europe, che da pochi mesi ha la propria sede corporate a Palazzo Uffici 2, il subentrato fondo tedesco Aurelius ha di fatto deciso di virare verso il mercato dell’auto ibrida, con nuovi sviluppi sull’endotermico nell’ambito dei mezzi agricoli, commerciali e dei mezzi pesanti. Un cambio di strategia sostanziale e specchio del mercato, rispetto a Dayco Propulsion Solutions che a San Bernardo rappresentava la testa del gruppo Dayco relativamente alla transizione ecologica e al motore elettrico.
Nei precedenti incontri con il nuovo Ceo erano stati affrontati i temi più urgenti, con risposte, a quanto era parso, cautamente rassicuranti, riassumibili così: l’occupazione sarà mantenuta, gli investimenti saranno confermati (un milione per la Ricerca&sviluppo, due milioni su produzione, manutenzione, impianti, formazione). Quanto al fatturato, l’anno chiuderebbe su cifre stabili se non tendenti a un leggero incremento nella previsione dei dodici mesi. Una situazione sulla quale vigilare, per i sindacati. Intanto in Canavese il flop dell’auto elettrica si traduce nell’esplosione delle richieste di cassa integrazione preventiva per nove aziende su dieci dell’indotto.