Si dice “preoccupato” che il messaggio della Chiesa non riesca a raggiungere i fedeli, consapevole che il momento che “stanno vivendo i cristiani sia difficile”, ma premette anche di non voler giocare “a fare il profeta”: sono le parole di Joseph Ratzinger, in un’intervista, inedita in italiano, del Papa emerito a Hubert Schöne, realizzata per Bayerischer Rundfunk e pubblicata oggi sulle colonne de La Stampa. Il testo fa parte di In dialogo con il proprio tempo (Lev), il nuovo volume in tre tomi dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger, che raccoglie tutte le interviste del teologo e cardinale bavarese ed esce il 25 novembre in libreria.
Nella conversazione, realizzata nel 1992, con l’allora Cardinale, consigliere teologico al Concilio Vaticano II tenutosi fra il 1962 e il 1965, Ratzinger racconta di aver avuto “un rapporto molto cordiale e familiare con il cardinale Josef Frings e con il suo segretario Luthe, con il quale avevo studiato. Abbiamo analizzato insieme tutti i testi, glieli abbiamo letti – Frings era quasi cieco -, e, nel farlo, ne discutevamo esponendo le nostre riflessioni. Dopodiché, sulla base di queste conversazioni, elaboravo una proposta di discorso. Riflettevamo anche con quali altri vescovi avremmo dovuto prendere contatto riguardo ai vari argomenti. In questo modo abbiamo sviluppato contatti molto ampi, soprattutto con i cardinali, naturalmente, riflettendo insieme a loro su cose molto importanti. Ritengo che da queste conversazioni – a cui ho dato il mio contributo, pur senza volermi attribuire chissà quale originalità – sia scaturito qualche risultato”.
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