Una storia di passione che parla anche trevigiano. Il Mondiale della MotoGP conquistato domenica da Jorge Martín sulla pista di Barcellona ha portato Prima Pramac Racing a riscrivere la storia della corse, consentendo a un team privato di affermarsi nella classe regina 23 anni dopo la vittoria di Valentino Rossi e della Nastro Azzurro.
L’opitergino Gino Borsoi è il team manager di questa storia meravigliosa. I festeggiamenti di Barcellona, con Martinator sotto braccio ad arringare i ragazzi e le ragazze di Pramac, resteranno nella storia del motociclismo.
Due stagioni da record, il 2023 con la prima vittoria nella storia di un team satellite nella graduatoria riservata alle squadre e il 2024 con il successo nella classifica piloti dopo quello sfiorato l’anno scorso. E non chiedetegli come si trovano le motivazioni, ora.
Quelle bisogna averle nel sangue per tagliare traguardi così straordinari: «Abbiamo capito fin dall’inizio che anche quest’anno potevamo giocarci il titolo. Ci credevamo, ma sapendo che in ogni momento poteva succedere qualcosa», racconta Borsoi, che lunedì sera prima di cena aveva ancora un centinaio di messaggi di congratulazioni nel suo Whatsapp da leggere e a cui rispondere.
Tantissimi gli hanno scritto, anche da Oderzo: «Mio papà mi ha avvertito che su Facebook tanti opitergini si sono congratulati. Purtroppo non guardo quel social, ma grazie davvero: gli ho chiesto di rispondere al posto mio».
I post della sindaca Maria Scardellato e di Elena Vizzotto, amministratrice del gruppo Oderzo Informa, hanno prodotto centinaia di interazioni, segno tangibile di un affetto che la città nutre per quell’opitergino così straordinario. Borsoi dice che è stato solo in Malesia, dopo la penultimo gara, che il pensiero dell’iride si è fatto concreto: «I punti di vantaggio erano tanti ma Barcellona è una pista complicata, con una prima curva particolare. Non potevamo essere sicuri».
Il campionato è arrivato lo stesso, grazie a un lavoro intensissimo. «Il rapporto con Ducati è sempre stato buono, non ci hanno fatto mancare nulla. Non era da tutti, hanno dimostrato un fair play incredibile. Mai nessuna Casa ha riservato un trattamento del genere a un team satellite».
È stato proprio contro Ducati che Pramac ha ottenuto questo Mondiale, con Martín che è riuscito a rifilare dieci punti in classifica al campione del mondo uscente Francesco Bagnaia: «Questo loro atteggiamento è stata una fortuna per noi, che siamo riusciti a vincere, ma anche per loro: hanno dimostrato di avere una parola sola, ma non avevo dubbi».
Quello di Borsoi è stato un percorso lungo, iniziato nel 1996 con la 125 da pilota e proseguito fin dal 2003 da dirigente. Ha smesso di correre a fine 2004, ma mai si sarebbe aspettato di tagliare questi traguardi.
«È stato un tragitto molto bello, prima da pilota e poi in questa veste. Abbiamo sfiorato un Mondiale nel 2003 con Alex De Angelis, ne abbiamo vinti cinque con il Team Aspar, fino a quelli con Pramac».
La cosa più importante imparata in questi anni è la necessità di non pensare mai di sapere tutto: «Ci sono sempre persone da cui imparare, è fondamentale aggiornarsi. La squadra deve essere una famiglia vera: ci sono tante gare, con un calendario sempre più stressante. Tutti devono stare bene e divertirsi, lavorando sodo ma sempre fianco a fianco», sottolinea.
Le motivazioni non mancano, neanche dopo questo successo. Nel 2025 Pramac correrà con Yamaha dopo vent’anni di partnership con Ducati.
Si tratta di stimoli nuovi e freschissimi: «In questi giorni proveremo la moto per la prima volta. Sappiamo come Yamaha debba migliorare e siamo consapevoli di come forse non raccoglieremo i grandi risultati di questi anni, ma vogliamo aiutarla a tornare a essere la moto da battere nella MotoGP».