Investito e lasciato agonizzante nel fossato: trovato il giorno dopo è morto all’ospedale il giorno successivo all’ospedale.
È il tragico destino toccato a Oreste Loris Zago, pensionato di 67 anni residente a Brugine. Inizialmente si era pensato ad un malore, ad un ictus, ma invece si tratta di un incidente stradale.
Con non poca fatica si è già arrivati al nome dell’automobilista che l’ha investito, che è stata denunciata per omicidio stradale e forse i prossimi giorni potrebbe veder aggravata la sua posizione dall’accusa anche di omissione di soccorso.
Ma andiamo con ordine. Il 28 ottobre scorso Zago, che esce spesso per delle passeggiate vicino a casa, improvvisamente non risponde più al telefono.
La famiglia si preoccupa ma l’uomo sembra scomparso. Non rientra le sera e il mattino successivo un passante nota una persona rannicchiata e dolorante nel fossato lungo via Porto Superiore a Brugine. È lui. Il pensionato viene portato all’ospedale di Piove di Sacco e i sanitari accertano che le sue condizioni sono molto gravi. Si pensa inizialmente ad un malore.
L’indomani Zago muore, dopo due giorni di coma. Successivamente un medico si accorge di una lesione alla nuca. Del fatto viene informato il sostituto procuratore Sergio Dini che decide quindi di far effettuare l’autopsia. L’esame dà il responso: la morte è sopraggiunta a causa di una frattura occipitale, nessun malore.
Una lesione che indica un impatto molto violento. A questo punto il magistrato incarica i carabinieri della stazione di Codevigo, comandati dal luogotenente Giovanbattista Ferrante, di cercare tutti gli elementi in merito al possibile incidente che possa aver coinvolto Zago. Il lavoro dei militari è stato efficace e ha portato al risultato sperato.
Inizialmente si è ristretto il range dell’investimento: tra le 17.30, quando ha risposto all’ultima telefonata e le 17.45 quando non l’ha più fatto.
Inizialmente erano stati individuati due furgoni visto che si pensava fosse stato colpito da uno specchietto retrovisore. Decisiva l’individuazione di una telecamera privata di una abitazione - il cui filmato è stato sequestrato dai carabinieri - che riprende una Panda che si ferma una decina di metri dopo il punto del rinvenimento di Zago e dalla quale scende una persona dal lato del passeggero che torna indietro con una pila e dopo qualche istante risale nell’auto che se ne va.
I carabinieri risalgono alla proprietaria dell’auto (che nel filmato non scende nemmeno dal posto di guida) e si presentano a casa sua.
Notano subito che alla vecchia Panda è stato sostituito di recente il parabrezza ed è evidente una ammaccatura sulla parte anteriore.
La donna, interrogata, ammette subito di aver investito qualcosa qualche giorno prima, ma di non aver trovato nulla a bordo strada.
In merito a queste dichiarazioni si sta valutando la sua posizione. Intanto è stata denunciata per omicidio stradale. Il successivo sopralluogo alla carrozzeria ha confermato i fatti. Il vetro sostituito, visibilmente danneggiato, era ancora sul posto ed è stato sequestrato. Era sembrato subito strano che per quella vecchia auto fosse stato sostituito il vetro con molta celerità.
In paese la morte di Zago ha suscitato cordoglio e commozione anche per le modalità della morte. L’uomo è rimasto dalle 17 del pomeriggio fino all’indomani mattina nel fossato, senza che nessuno lo soccorresse. Viene spontaneo chiedersi se si sarebbe potuto salvare