L’arte d’essere se stessa pur calandosi in vesti altrui. La passione per i fumetti e quel legame col territorio: Udine, il Friuli. E Salerno. Vita e affetti della cosplayer più seguita e apprezzata in Italia, in Europa. Himorta, al secolo Antonella Arpa: il volto (sorridente) dietro ai costumi degli eroi più amati, siano essi estratti da manga, videogames o, perché no, da cartoni animati. Personaggi, questi, provenienti da universi affini: gli stessi che in molti, di recente, vorrebbero condurre a Udine. In centro, per le vie storiche. Quelle che Himorta, classe ’90 campana col cuore radicato in Friuli, può da sempre considerar casa. Location e posizione, stando al pensiero della cosplayer, i pro a favore di un’edizione “comics” all’ombra del Castello e dintorni.
Come nasce la sua passione per il cosplay?
«Grazie ai fumetti. Li ho sempre amati fin da bambina, ho imparato a leggere proprio grazie ai fumetti. Il mercoledì attendevo l’uscita di Topolino in edicola ed è proprio grazie ai disegni che ho imparato a leggere. Il cosplay è arrivato molto più tardi, avevo più di 20 anni. Ero incuriosita dall’interpretare i personaggi di cui tanto leggo. Così è diventata una passione».
In cosa consiste l’attività di un cosplayer: ci si crea i costumi? E poi?
«Un cosplayer non solo crea i propri costumi, ma interpreta anche il personaggio. Moltissimi cosplayer sono attori di teatro. Esistono poi delle branche di specializzazione, come i wigmakers, gli acconciatori di parrucche incredibili, gli armaturisti, che si occupano della realizzazione di armature, i body painting artists, che si occupano di make-up tridimensionali sul corpo, eccetera. Insomma, è davvero un’arte a tutto tondo».
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Nel suo caso specifico, il cosplay è però solo uno dei molti modi che ha di arrivare al pubblico.
«Sì, il cosplay indirettamente mi ha portata a lavorare in molti altri contesti: indossare vestiti di supereroi e personaggi di serie tv mi ha portata nel mondo del cinema. Indossare personaggi appartenenti ai videogiochi mi ha portata a condurre molti tornei.
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Lavorare con i social e registrando video, mi ha portata a parlare di tech e digital su Rai 3. Insomma, il cosplay non solo è una grande fonte di creatività e intrattenimento, ma è anche un ambito ricco di sbocchi professionali».
Tanti fan che la seguono. E che l’hanno seguita anche al Lucca comics. Che esperienza è stata per lei?
«Ormai sono una veterana di Lucca, anche se negli ultimi anni lo frequento da ospite della fiera e addetta ai lavori e non più come una visitatrice. Ma la magia di Lucca è sempre la stessa, entri in un bar a prendere un caffè e la barista è vestita da Sailor Moon, vai dal parrucchiere e ti ritrovi Kiss me Licia a farti la piega. Insomma, tutta la città respira un’aria di festa e fantasy».
Da Lucca a Udine: cosa la porta qui in città?
«In realtà io sono nata e cresciuta a Udine, ho vissuto in Friuli i primi 13 anni della mia vita. Ho frequentato le scuole elementari alla Fruch e le medie alla Tiepolo. Udine ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, anche prima di tornarci. Ora sono tornata per amore: il mio compagno è di Udine. È un mio vecchio amico d’infanzia. Insomma, ho ritrovato tutti i miei affetti».
Proprio a Udine, di recente è nata una piccola scintilla che vorrebbe portare in città, nel centro storico, una fiera ispirata proprio al Lucca comics: la vede una cosa fattibile?
«Udine secondo me si presta molto bene come location, non solo perché potrebbe attrarre anche i fan internazionali, ma proprio per la bellezza del posto. Si presta molto bene per le parate. Se poi vogliamo le mura lucchesi, penso che le mura di Palmanova siano altrettanto suggestive. Inoltre, in Friuli abbiamo davvero tanti talenti, fumettisti davvero talentuosi che non vedrebbero l’ora di creare panel e manifesti incredibili».
In generale come si trova qui a Udine, in Friuli?
«Devo dire che per me non è stato affatto difficile ambientarmi in Friuli. Ho ritrovato tutti i miei amici d’infanzia e penso che questo sia uno dei più grandi pregi dei friulani: sono inizialmente diffidenti, ma se un friulano ti considera un amico, allora te lo ritrovi per tutta la vita. Questo è quello che è accaduto a me».