Le immagini che scorrono sul grande schermo all'esterno della chiesa, le lettere degli amici e i ricordi di vita vissuta assieme che echeggiano tra le navate.
Oggi, giovedì 8 novembre, l'ultimo saluto a Veronica Colla, la 27enne di Jesolo morta nel tragico incidente stradale in via Martin Luther King, schiantata contro un pino mentre si trovava al volante della sua Smart.
Tornava da una serata trascorsa in un locale di piazza Mazzini, verso le 3 di notte. Un probabile colpo di sonno le ha fatto perdere il controllo della piccola vettura che si è schiantata contro uno dei pochi pini lungo la direttrice verso piazza Milano. Il tempo di salutare gli amici e la sua vita si è spezzata lungo la strada del ritorno a casa.
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E sono stati proprio gli amici più cari e vicini a Veronica i primi a prendere la parola nella chiesa dei Santi Liberale e Mauro di piazza Milano già piena di persone molto prima dell'inizio del rito funebre.
Non c'erano più parcheggi all'esterno, tanti erano i giovani, gli amici della famiglia, i tanti colleghi del papà di Veronica, Roberto Colla, che ha un'agenzia immobiliare in piazza Torino. I ragazzi hanno letto delle lettere, una delle quali scritta dalle sorelle gemelle di Veronica, Gloria e Giorgia. Nella chiesa, mamma Sandra e papà Roberto, le sorelle gemelle a lei tanti legate.
La chiesa gremita ha accolto il feretro di Veronica e anche l'esterno della parrocchiale era affollato di persone venute ad assistere alla cerimonia funebre davanti alla quale la città si è fermata. Anche chi non ha parteciato ai funerali, ieri, ha dedicato un pensiero, un momento di riflessione sulla morte della 27enne. Oltre 600 persone per l'ultimo addio alla jesolana così amata per la sua semplicità e la solarità che emanava il suo volto sereno. “Sarai sempre parte di noi”, hanno esordito nelle loro lettere gli amici, “ora senza di te rimane il silenzio. Tu eri energia pura”.
Hanno raccontato quell'amore per la vita così contagioso che aveva Veronica sin da bambina. “Sentiamo un vuoto che non sarà mai colmato”, proseguono, “sappiamo che oggi avresti fatto di tutto per farci sentire meglio. La tua era una vita a colori”.
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Nella chiesa, la comunità jesolana è stretta attorno al dolore di questa famiglia conosciuta e stimata e tanti hanno gli occhi lucidi nell’assolatre quei frammenti di vita vissuta. Ieri Veronica era per tutti una figlia, una sorella, una nipote, una compagna. Diplomata all'istituto Algarotti di Veneiza, aveva iniziato l'università e poi lavorato, come commessa, barista.
E aveva anche gestito un hotel a Bolzano, ma era ritornata a Jesolo con il sogno di aprire un locale nella sua città dalla quale non riusciva a stare lontana. Era tornata per questo, per riunire gli amici che per lei erano tutto e magari accoglierli in un locale tutto suo che stava cercando assieme alla famiglia.
Gli amici che ieri hanno tributato a Veronica un saluto commosso e difficile per ragazzi che non pensano certo di poter perdere un'amica in una notte come tante altre, trascorsa a parlare, ridere e scherzare.
Il parroco, don Lucio Cilia, che ha concelebrato la messa con don Francesco di Jesolo Paese, ha detto che “sarebbe bello poter riavvolgere il nastro”, per evitare che una simile tragedia colga una giovane nel momento più bello della sua vita. Pensieri profondi che hanno coinvolto tutti in un corale addio. Ma, purtroppo, non è possibile.