A un secolo dal rapimento e dalla barbara uccisione, per mano dei sicari della “Ceka fascista”, Bovisateatro rende omaggio con una lettura drammatizzata alla figura di Giacomo Matteotti, «un uomo che ha dedicato la sua vita a difendere le classi sociali più degradate e a combattere il fascismo». La compagnia del popolare quartiere milanese, fondata vent’anni fa, sarà di scena sabato pomeriggio (ore 16,45) al cine-teatro di Bressana, nell’evento promosso dal Comune e dalle sezioni Anpi di Bressana, Casteggio, Pinarolo e Montebello.
La drammaturgia dello spettacolo è liberata ispirata al romanzo storico “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati, che narra l’ascesa al potere di Mussolini (ispiratore morale, se non materiale, dell’omicidio), e riprende, in forma teatrale, l’oratorio laico della musica, con dieci voci che si alternano, «completando i discorsi e condividendo la ricerca della memoria, del coraggio e del sapere di Matteotti». Le voci saranno quelle di Claudio Cagnani, Claudia Gallo, Fernando Villa, Luisa Tresoldi, Salvatrice Comis, Rosy Gesualdi, Cesare Ungaro, Alessandro Izzi, Aldo Sachero, Roberto Piva, Ubaldo Mancina, Giancarla Venturelli. «Scurati – spiega il regista Giancarlo Monticelli – ha avuto la capacità di raccontare i lati più interessanti della personalità di Matteotti, il paladino dei poveri, il libero pensatore, il tenace oppositore e martire del fascismo».
Il momento finale della lettura drammatizzata è tratto dalle pagine di “M” dedicate all’uccisione del deputato socialista e segretario nazionale del Psu. Il 24 giugno 1924, sul LungoTevere Árnaldo da Brescia di Roma, Matteotti venne aggredito e trascinato su un’auto, mentre si recava a piedi alla Camera, dalla squadraccia di manganellatori capeggiata da Amerigo Dumini, che agiva foraggiato con i fondi neri del Viminale. Matteotti si oppose con tutte le forze ai sequestratori, che lo colpirono a morte, per poi disfarsi del cadavere in una boscaglia nei dintorni della capitale. Il movente dell’atroce delitto era legato alla denuncia, da parte del leader socialista, dei brogli e delle violenze che avevano caratterizzato le elezioni del 6 aprile 1924.