Un leggero stato influenzale ha indotto la premier Meloni a posticipare all’11 novembre, alle ore 9 a Palazzo Chigi, l’incontro tra il governo e le sigle sindacali sulla manovra. Il confronto, in programma oggi alle 17, è stato inizialmente posticipato a martedì 12 novembre, alle 8.30,poi è stato comunicato un nuovo cambio di orario, perché, viene spiegato, uno dei sindacati convocati al tavolo era indisponibile il 12: da qui il nuovo appuntamento.
Intanto, sul fronte economico, arrivano buone notizie da Bankitalia, secondo cui, se è vero che “l’attività economica faticherebbe a recuperare slancio nello scorcio di quest’anno”, è anche vero che “la riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d’acquisto delle famiglie potranno fornire un impulso positivo all’economia”. Sul fronte fiscale, secondo il vice capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Andrea Brandolini, in audizione sulla manovra, l’approccio della manovra sulle detrazioni “può rivelarsi efficace nel ridurre l’ammontare delle spese fiscali, rispetto al tentativo di intervenire selettivamente solo su alcune. Tuttavia, il disegno basato su soglie fisse per scaglioni di reddito genera inevitabilmente discontinuità che a regime potrebbero essere significative e compromettere l’equità del prelievo”, afferma Brandolini in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “La scelta alternativa di fissare un tetto alle detrazioni che sia funzione il più possibile continua del reddito lordo dichiarato eviterebbe di creare salti nel profilo delle aliquote marginali effettive. – prosegue – Inoltre, la differenziazione dei tetti al totale della spesa detraibile in base al numero di figli ne accresce la complessità e rischia di creare una sovrapposizione rispetto alla redistribuzione operata attraverso l’Assegno unico universale”.
Sono 2,4 milioni in più i lavoratori che nel 2025 beneficeranno del nuovo taglio del cuneo previsto dalla manovra nella forma di bonus fino a 20.000 euro e di detrazione da 20.000 a 40.000 euro, portando il totale dei beneficiari a 17,4 milioni, secondo invece i dati presentati dall’Istat in audizione alle commissioni Bilancio. Nel dettaglio, i nuovi beneficiari saranno 2,9 milioni e riceveranno un beneficio medio di 576 euro l’anno. D’altro canto, circa 500mila individui lo perderanno: si tratta, spiega l’Istituto, di coloro che hanno un reddito di riferimento per i contributi sociali inferiore a 35mila euro e un reddito complessivo superiore a 40mila e che usufruivano della decontribuzione in vigore nel 2024.
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