“Se fossi africano chiederei di essere messo in Albania, così almeno non finisco da Soumahoro e da sua moglie. Ti ci metto la firma”. Un Tommaso Cerno in grande spolvero demolisce le accuse di Gianni Barbacetto, editorialista del Fatto Quotidiano, alle politiche migratorie del governo. Con poche, fulminanti parole mette con le spalle al muro l’interlocutore a L’Aria che tira su La7. Già, chiede, quale sistema di accoglienza è stata in grado di proporre la sinistra che critica tanto il patto con l’Albania e sta dalla parte delle toghe in questa costante demolizione dei decreti dell’esecutivo? Forse la cooperativa Karibu della moglie e della suocera del parlamentare ex Avs, finita nella bufera per le condizioni disumane in cui versavano i migranti?
E’ scontro al calor bianco tra il direttore del Tempo e l’editorialista che per tutta la puntata ha sparso fango sull’esecutivo parlando di “grande imbroglio”. Si argomentava dell’ultimo provvedimento del tribunale di Catania che ha disposto il rilascio di 5 irregolari definendo l’Egitto Paese non sicuro. E disapplicando così l’ultimo decreto dell’esecutivo sul caso Albania. Il giornalista del Fatto vede nei tre temi della sicurezza, dei migranti e del contrasto alle rigidità europee “il grande imbroglio del governo”. Queste, per il giornalista, sono “tre bandiere della destra per fare il grande imbroglio. Dicono: noi vi vorremmo dare sicurezza spostando i migranti in Albania e invece ci sono i magistrati cattivi” che fermano tutto”. In collegamento c’è Tommaso Cerno che gli rammenta un po’ di cose.
“Il tuo discorso non sta né in cielo né in terra”, attacca. La gestione dell’immigrazione degli ultimi decenni dei precedenti governi è stata uno sfacelo totale. Barbacetto dimentica che c’è stato “uno come Buzzi? Che diceva che si guadagna più con i migranti che con la droga?“. Poi ci sono stati decenni di immigrazionismo. Il governo Meloni intende mutare rotta. “Se fossi africano”, continua Cerno, “chiederei: per favore mettetemi in Albania perché almeno non finiscono in quel disastro che abbiamo fatto a suon di miliardi degli italiani”. Quindi, il colpo di grazia sul sistema dell’accoglienza promosso per decenni dalla sinistra e naufragato miseramente: “Metterei la firma per andare in Albania anziché finire nelle grinfie di Soumahoro e di sua moglie”.
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