La trasparenza non è senz’altro una delle virtù dell’uomo più ricco del mondo. E anche il caso della “lotteria” messa in piedi da Elon Musk a sostegno della candidatura di Donald Trump alla Casa Bianca ne è la conferma. Il proprietario di X, infatti, distribuisce quotidianamente (oggi è l’ultimo giorno) un milione di dollari a un “fortunato” vincitore che ha firmato la petizione – promossa da America PAC, creata proprio da Musk – a sostegno della “libertà di espressione” e “diritto di possedere armi” negli Stati considerati in bilico alla vigilia del voto. Peccato che sia tutta una farsa. Non i soldi distribuiti, ma il concetto di “lotteria”.
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Partiamo dalle basi. Partiamo dalla spiegazione del termine “lotteria”. Per farlo, prendiamo in prestito la definizione fornita dal vocabolario italiano dell’Enciclopedia Treccani:
«Gioco di fortuna nel quale la vincita di un premio prefissato, in cose o denaro, dipende dall’estrazione a sorte di un biglietto o di una cartella contrassegnati da un numero».
Dunque, è prevista un’estrazione rispetto a tutti i partecipanti. Il fortunato vincitore deve essere necessariamente premiato dalla sorte e non da una decisione “umana”. E, invece, la lotteria Elon Musk non rispetta questi princìpi.
Prima di arrivare alla spiegazione tecnica di questa falsa lotteria, facciamo un piccolissimo passo indietro. Nei giorni scorsi, il Procuratore distrettuale di Philadelphia, Larry Krasner, aveva intentato causa contro Musk e America PAC, chiedendo la sospensione di questo “concorso a premi” da un milione di dollari al giorno in quanto avrebbe un ruolo fondamentale nell’influenza dell’elettorato. Nella notte tra il 4 e il 5 novembre, il giudice della Pennsylvania ha respinto questa causa. Il motivo? La spiegazione fornita dagli avvocati di Musk e della sua associazione. E proprio in questa sede è emerso il falso, ovvero la “non” lotteria che si cela dietro questa elargizione di soldi. Come riporta il “The Philadelphia inquirer“, i legali hanno spiegato:
«I vincitori non vengono scelti a caso».
Dunque, non c’è un’estrazione (tipica di una lotteria). Si tratta, in realtà, di una sorta di maxi-compenso elargito nei confronti di una persona «selezionata in base alla sua idoneità a svolgere il ruolo di portavoce dell’America Pac». Dunque, gli stessi legali hanno ammesso che quel che doveva premiare il caso è, invece, frutto di una scelta consapevole di una o più persone. Dunque, si tratta di un enorme falso messo in piedi da Elon Musk. E proprio uno degli avvocati del fondatore di Tesla lo ha ribadito nel corso dell’udienza: «Non c’è un “premio” da vincere, ma i beneficiari devono adempiere agli obblighi contrattuali per fungere da portavoce del PAC». Anche in questo caso, la trasparenza si conferma una virtù sconosciuta a Musk.
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