In Italia non è difficile: fra antichi castelli, ville patrizie, terrazze sul mare, palazzi liberty e locali disegnati da grandi architetti, ce n’è per tutti i gusti. Ecco qualche esempio:
View live Restaurant (Milano, Via San Gerolamo Emiliani 2. Tel. 02 4547 1143 - (www.viewrestaurant. it)
Nasce una nuova stella nella ristorazione Milanese; ma ha origini “antiche”. È View live Reastaurant, il nuovissimo ristorante di Roberto Okabe, situato in un elegante palazzo, nella zona di Corso Lodi. Bello, elegante e originale il locale, con una piacevole e “coinvolgente” illuminazione e la scelta, per gli arredi, di materiali estremamente pregiati, come l’ottone o il legno di noce canaletto, volutamente lavorati in maniera semplice per ottenere un effetto di perfetta imperfezione. L’impiego di mattoni a vista tinteggiati antracite, vasi ricavati dalle radici di albero esotici o da elementi industriali come crogioli da fonderia.
Originale, ottima, appetitosa e curiosa la cucina: un mix di suggestioni e culture diverse, che si esprime, per esempio, nell’incontro tra elementi come Patanegra e wasabi, yuzu e besciamella, ma anche con riletture innovative di alcuni must della cucina orientale come sashimi e gyoza, rolls, urumaki e gunkan.
Da non perdere lo Chef’s Table “affacciato” sulla cucina a vista, dove gli chef interagiscono con i commensali nella preparazione live dei piatti e delle pietanze, in un coinvolgente dinner show. Sui 90€
Ronin (Milano, via Alfieri 17.Tel. +39 02 89367101 - https://www.houseofronin.it/ )
È l’ultimo nato e certo il più “eminente” dei ristoranti etnici di Milano; anche se definirlo etnico è certo limitativo. Ronin è fusion per eccellenza, con una matrice giapponese ma con l’immissione sia dal punto di vista dell’ambiente che della cucina, di varie influenze e “contaminazioni”. La bella palazzina liberty di piazza Morselli ospita ristoranti differenti sui vari piani, food and spirits, musica, interior design, cultura italiana e giapponese, arte, moda, tutto questo è Ronin.
Il locale si sviluppa su tre piani con altrettante proposte di ambiente e gastronomiche; la matrice è sempre nippo-internazionale ma con notevoli differenze sia nello stile architettonico, dl servizio e della cucina.
Al piano terra c’è il Piccolo Ronin, Izakaya (osteria), dove vengono serviti vari assaggi in un’atmosfera giovanile e molto vivace; c’è anche il Listening Bar con una collezione di rari vinili. Qui i prezzi sono molto contenuti.
Al primo piano Robatayaki è un po’ il cuore, per ora, di Ronin. Un ristorante dall’aspetto relativamente classico ma con angoli “intriganti” per luci e arredamenti. Qui lo chef Luigi Nastri prepara su un barbecue in stile giapponese piatti come la ventresca di tonno o le reali di manzo canadese. Un piatto simbolo è il risotto con anguilla laccata alla robato e mandarino. Il servizio è ottimo, discreto, efficiente; la musica un “contorno” immancabile.
Il secondo piano è forse il più originale del locale: qui quattro salette private con schermi e microfoni sono il regno del karaoke; c’è il piccolo bar Madame Cheng, intimo, raccolto, regno di liquori e bevande giapponesi; in una sala contigua il piccolo ristorante Omakase che sarà la grande novità di Ronin. Intorno ad un banco in pino giapponese siederanno circa 10 ospiti, il menù sarà deciso dallo chef; si parla di grandi nomi della cucina giapponese ma, per ora, non è ancora stato designato il “maestro”
Al terzo piano un “members club” di sapore molto inglese, dove saranno ammessi soci selezionati da “sette samurai” sulla base della loro rilevanza nel settore di provenienza.
Ma se questo è lo schema, ciò che da Ronin sorprende è lo spirito, la vivacità, l’entusiasmo di chi lo frequenta; insolito anzi, forse, unico in un ristorante. Non ci sono siti simili né a Milano né in altre capitali europee. Prezzo sui 100€
Cavoli a Merenda (Milano, Corso Magenta 66. Tel. 338 4679513 - https://www.cavoliamerenda.eu/cavoliamerenda/)
Nella corte di un antico palazzo, in corso Magenta, ci sono una bella, fresca veranda e due sale ottocentesche: è Cavoli a Merenda, il ristorante creato una decina di anni fa da Vanessa Viscardi. L’atmosfera è quella di una bella casa privata dell’alta borghesia milanese.
Belle le posate, i sottopiatti d’argento, le candide tovaglie. Si respira un’aria di antica “sicurezza”, di serenità e “continuità”.
La cucina corrisponde; è quella di una solida famiglia borghese, innovata nell’accurata presentazione e “nell’alleggerimento” dei piatti. Ottima la tartare di gamberoni con crema di ricotta di capra; il carpaccio di fassona in ceviche; i tortelli di burrata e barbabietole su crema di piselli; il polpo marinato con datterini, bottarga e crescione; per concludere, un ottimo cheesecake. Da notare la cucina a vista di un raro ordine e pulizia. Curato e sorridente il servizio.
Sui 70€, vini esclusi
Hosteria de l’Antica Corte Pallavicina (Polesine Parmense, Strada Palazzo due Torri 3. Tel.
0524 936539 - https://www.anticacortepallavicinarelais.it/ )
Siamo in un castello trecentesco costruito dai Marchesi Pallavicino sulla Golena del Po. Già la visita vale il viaggio. Al castello si aggiunge la cantina di stagionatura più antica del mondo, che risale al 1320, in cui riposano lungamente i famosi culatelli. Il castello ospita un piccolo albergo, in antiche stanze e arredamento d’epoca; un ristorante con stella Michelin e l’Hosteria del maiale che propone piatti della tradizione: la pasta fatta in casa, i salumi e la carne dell’allevamento di famiglia. Meravigliosi i tortelli d’erbette e ovviamente il culatello. L’atmosfera è informale, rilassante, ma calda e sorridente. I vini, ovviamente comprendono molti rossi spumeggianti della zona. L’Antica Corte fa parte di Les Collectionneurs. Il prezzo si aggira intorno ai 50€
La Locanda dei Banchieri (Fosdinovo (MS), Via Porredo 32. Tel 333.184 9263 - https://www.locandadebanchieri.it/ )
Bisogna fare un paio di tornanti tra Caniparola e Fosdinovo, per arrivare a questa antica villa e godere, forse, il più bel panorama della Lunigiana. Qui di fronte al panorama, si gusta una cucina di altissimo livello, dello chef Giacomo Devoto, giovane, ma con una già lunga esperienza, fra cui brilla un training da Angelo Paracucchi.
La Lunigiana domina nell’ambiente ma ha una sua influenza anche sui piatti, con sapori che coniugano terra e mare e riprende antichi sapori, con prodotti della locale tradizione, quasi dimenticati e ne fa la base di piatti raffinati e ricchi di creatività. Fra le varie proposte abbiamo provato la linea Lunigiana; un trionfo di sapori : scarpazza farcita di verdura, castagnaccio e olio al rosmarino, calamari alla piastra con crema di patate, tartare di cervo, per citare solo alcuni piatti. Da notare che gran parte dei prodotti viene dall’attigua tenuta di proprietà, riportata a vita e produzione.
Alle spalle di tutto ciò c’è una “poderosa” cantina. Ottimo, sorridente, professionale il servizio. Sugli 85€
Golf, Madonna di Campiglio (via Cima Tosa, 3. Tel. 0465441003 - https://www.thcampiglio.it/#ristorante )
Il primo impatto è decisamente positivo: una grande sala con vetrate aperte sulle Dolomiti di Brenta e Campo Carlo Magno; un tetto in legno con enormi travi; un’illuminazione saggia e discreta. E poi ampie vetrate con una vista impagabile sulle Dolomiti di Brenta, le piste da sci e, in estate lo splendido campo da golf.
Ma poi, il cibo conferma la prima impressione: su un lungo tavolo sono gli ottimi antipasti e sul tavolo di fronte sono esposti i dessert. La cucina dello chef è classico/creativa con molti piatti della tradizione italiana e trentina e qualche piacevolissimo “volo pindarico”. Una attenzione particolare è dedicata alla materia prima: c’è addirittura un “comis gourmet” che si dedica, a tempo pieno, alla ricerca di prodotti di qualità del territorio e che consiglia attivamente gli ospiti.
Fra i piatti da citare: polenta gialla con moscardini; risotto mantecato alle mele verdi con granella di peperoni; filetto di salmerino all’aneto e limone; lombatina di cervo al Teroldego con patate e scalogno caramellato. Primeggiano i vini trentini. Ottimo e sorridente il servizio. Dai 45€ bevande escluse
Vertigo Osteria Contemporanea (Milano ,Via Gaspare Rosales, 4. Tel: 02 62278501)
Un angolo di pace, di verde quiete, un giardino segreto nel cuore della movida milanese, a pochi passi da Corso Como, Vertigo Osteria Contemporanea è uno dei progetti gastronomici del Gruppo Enrico Bartolini all’interno dell’Hotel Milano Verticale.
Si pranza sotto bianche tende, circondati dal verde, o in una veranda che affaccia sul giardino.
Dalla cucina piatti della tradizione italiana, come gli spaghetti alle vongole, il riso al salto, la parmigiana di melanzane, gli ottimi calamaretti fritti, la cotoletta alla milanese.
La domenica i “Family or friends lunch” saranno l’occasione perfetta per ritrovarsi con amici e familiari e assaporare l’arrivo dell’estate. Chef Cobuzzi ha pensato a un percorso gastronomico che prevede un assaggio di sei tapas, un drink a base di frutta fresca di stagione, una portata principale e un dessert.
Servizio gentile e informale. Sui 40€ bevande escluse.
Andree (La Spezia, Via San Martino della Battaglia, 16, Tel. 0187 872808 - https://www.andree.eu/)
Nel cuore vivace e movimentato di Spezia (gli spezzini non usano il “La”) circondato da una miriade di bar e ristoranti, Andree è un’oasi elegante di qualità: bello e buono si potrebbe dire.
Parte di Les Collectionneurs, all’interno di un antico palazzo, sotto una splendida volta medioevale si gusta una cucina che coniuga materie prime stagionali e locali e ricette tradizionali, con le tecniche contemporanee. Il risultato: piatti freschi, leggeri e saporiti, molto ben presentati.
Il menù comprende: muscoli e asparagi; coniglio e peperoni; calamarata e fagioli dell’occhio; piccione in due cotture; pere caramellate (squisite). Molto internazionale la clientela: La Spezia è un hub di crociere ed è il punto di partenza per chi visita le 5 terre. Sui 70€.
Il Ferro e il Fuoco (Roma, Via Garibaldi 27. Tel. 06588861)
Basterebbe dire che si cena in un giardino pensile tra il Gianicolo e Trastevere, circondati da un convento seicentesco, disegnato da Borromini, per giustificare una visita a questo luogo d’incanto.
Il Ferro e il Fuoco è il ristorante dell’Hotel Donna Camilla Savelli e unisce alla bellezza e al senso di “nobile storia” del luogo, un’ottima cucina che si riaggancia alla storia di cui fa parte. Tra le proposte: triglia di scoglio su crema di carote e ristretto di provola affumicata; ravioli con ripieno di agnello, salsa di peperoni arrosto e crema di bufala; pasticcio con il ragù bianco. Ottima la cantina e il servizio. Sugli 80€.
Pacifico (Roma, Lungo Tevere Arnaldo da Brescia 2, tel. 063207042 - https://wearepacifico.it/ )
Nell’antica vila Malaspina, sul Lungo Tevere Arnaldo da Brescia e a 100 mt da Piazza del Popolo, Pacifico è un raro mix di buongusto, armonia architettonica, buona cucina. La struttura è fine ‘800, ma è stata ristrutturata con grande stile e classe. Si pranza in una grande sala dal sapore “aristocratico” e, per la bella stagione, c’è un piccolo delizioso giardino con piscina.
La cucina peruviana-nikkei è ottima, leggera, fresca. Si gustano piatti come: il carpaccio di tonno rosso, il ceviche Rosemary; gamberi rossi, polpo, calamari, cozze zucchine e leche de tigre al basilico. Sugli 80€.