Il professore “volante” del liceo Grigoletti va a scuola in bici, da Domanins a Pordenone e ritorno: circa 40 chilometri al giorno per Enrico Spanio, in sella alla sua “Montana bike”. Quattromila chilometri in nove mesi, perché la bici resta in garage quando la pioggia gonfia i guadi, ma è più di un mezzo per raggiungere la scuola. «Una scelta per un approccio ambientale sostenibile».
Il professore Spanio lo dice chiaro, che l’opzione bicicletta è per ridurre la cosiddetta “impronta di carbonio” e per uno stile di vita attivo.
La luce del giorno si sta alzando, quando il professore volante di filosofia e storia inforca la bici, con l’aria frizzante che lo sferza. «In macchina, verso i semafori e anche i problemi di parcheggio a Pordenone, impiego sul percorso dei guadi 35 minuti e se i guadi sono chiusi e devo deviare per la Pontebbana, anche 45-50 minuti – ha calcolato –. In bici invece, il tempo si riduce a meno di 45 minuti».
La sua scelta è chiara: ognuno può contribuire, e sempre a modo suo, contro i danni del cambiamento climatico e con abitudini sostenibili. Il professore mette in conto anche il freddo, la fatica, l’acquazzone improvviso. «Finché il meteo è favorevole a scuola vado in bici. In pieno inverno, con il buio passo all’auto».
La differenza si fa a colpi di pedalate e il professore cita Carl Gustav Jung psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo. «L’idea di Jung è semplice – dice Spanio –: se ognuno di noi prova a far bella la sua rosa, lui per primo, poi viene bello anche il giardino».
«Ho comprato la bicicletta elettrica due anni fa – ha spiegato il docente –. La strada che percorro è quella dei guadi e ci sono giornate con il Meduna è così bello che mi fermo a scattare una foto e poi la spedisco agli ex compagni del servizio militare. Gli amici che trenta anni fa facevano i poligoni con me nell’area Meduna-Cellina».
La bici cambia l’osservatorio sull’ambiente. «La bicicletta è fantastica perché consente di godere molto di più della bellezza dei nostri campi e dei nostri paesaggi – va avanti sui vantaggi –. Mi è capitato soltanto una volta di forare e sulla via del ritorno, così non sono mai arrivato tardi a scuola».
L’obiettivo è a portata di bici per tutti, a partire dagli studenti pendolari dalla cintura di Pordenone. «Potremmo con poco sforzo e tanto piacere rendere l’aria delle nostre città più pulita – ci scommette il professore Spanio –. Chissà che cominciando, non si riesca poi a diffondere uno stile più giusto nei confronti della nostra terra».
La bicicletta per andare a scuola è un modello sostenibile e adottato anche da altri insegnanti e studenti: sono una minoranza dalla cintura di Cordenons, Porcia, Fontanafredda o Fiume Veneto in direzione Pordenone. Dimostrano la possibilità di fare la differenza per l’ambiente e nell’Isis Zanussi anni fa era aperta l’officina per le bici. Sono circa ottomila i ragazzi con lo zainetto pendolari sui pullman in Friuli Occidentale.