Mentre in Cgil ferve perenne la mobilitazione, in attesa dello sciopero generale indetto per il 29 novembre prossimo contro il governo, nella casa sindacale della sinistra ci si porta avanti sulla battaglia per l’aumento dei salari: a cominciare dall’aumento dello stipendio del segretario generale Maurizio Landini. Ci risiamo insomma: due pesi, due misure, e a fare da ago della bilancia il numero uno del sindacato rosso. Il segretario che odia il Jobs act, che lo considera una iattura sin dai tempi in cui fu approvato dal Pd e dal governo Renzi. Che annuncia raccolte firme e iniziative per impugnarlo e sradicarlo, e che lo contesta e lo detesta a tal punto da utilizzarlo per licenziare il portavoce storico della Cgil.
Lo stesso Landini che, tuonando a orologeria contro il governo e le misure della manovra, ricasca nell’ennesimo episodio di incoerenza della sinistra massimalista e sindacale che, tra una battaglia e l’altra, una manifestazione e l’altra, si ritrova in busta paga un ritocco con aumento. E che oggi, dopo la pubblicazione in prima pagina su Il Giornale con l’articolo intitolato “Lo stipendio di Landini cresce”, si vede costretto a replicare dai microfoni di Radio anch’io su Rai Radio 1. Ma andiamo con ordine.
Il quotidiano milanese in edicola oggi – documenti alla mano – scrive: «Non è mica vero che in Italia i salari sono fermi. Il capo del sindacato rosso può testimoniarlo in prima persona. Da segretario della prima sigla italiana, sempre più «costola politica» del Pd di Elly Schlein, può toccare con mano lo scatto di stipendio, tra il 2023 e il 2024, pari a 257 euro al mese». Certo non stiamo parlando di cifre da capogiro, ma di sicuro 300 euro al mese in più in basta paga farebbero decisamente comodo a tutti, specie quei moltissimi ben più in bolletta del segretario in questione. Il dato dell’aumento è questo, e Il Giornale ne esplicita provenienza e argomentazione tra rinnovo del contratto ed eventuali passaggi di anzianità del numero uno della Cgil.
Leggiamo: «Nel settembre del 2023 – scrive il quotidiano diretto da Sallusti – lo stipendio lordo riconosciuto al segretario generale della Cgil è stato pari a 7.359 euro. Parliamo di una cifra lorda, la retribuzione netta, finita in tasca di Landini a fine mese, è stata pari 3.863. Dopo un anno, e dunque prendendo in visione la busta paga riferita al mese di settembre 2024, si nota il balzo: lo stipendio di Landini passa dai 7.359 euro lordi alla cifra di 7.616 (lordi). A fine mese il netto incassato da Landini è pari a 4.021. L’aumento è tondo tondo: 257 euro al mese in più sullo stipendio. Che a fine anno consentono all’ex leader della Fiom di portare a casa un incremento di tesoretto di 3.598 euro». Un aumento di 257 euro, sottolinea il servizio, che «va spalmato su 14 mensilità».
Pertanto, facendo i conti in tasca a Landini, Il Giornale prosegue: «Nel mese di giugno 2024, tra stipendio e quattordicesima, Landini ha intascato la somma di 14.915 euro lordi. Di netto in busta paga 8.394 euro. Ritornando all’aumento in stipendio, si è arrivati alla cifra di 257 euro gradualmente. Nei primi mesi del 2024 l’incremento in busta paga è stato più basso, pari a 120 euro circa. Per arrivare poi a regime nel mese di settembre».
Queste le cifre. Ma da dove arriva il ritocchino si chiede il quotidiano? E prontamente risponde all’esegetico quesito: «Due fattori hanno fatto lievitare la busta paga del segretario. Il rinnovo del regolamento per tutto il personale Cgil approvato dall’assemblea generale (dove Landini ha la maggioranza) il 7 dicembre 2023». Mentre «il secondo fattore è sicuramente lo scatto di anzianità maturato da chi lavora (in distacco sindacale) da oltre 30 anni».
La parola, a questo punto dell’informativa giornalistica passa a Landini, di cui Il Giornale cita le ultime rivendicazioni in materia: «”Noi abbiamo bisogno di aumentarli i salari, non di abbassarli”, tuonava Landini qualche giorno fa contro la manovra varata dal centrodestra». Detto, fatto: cominciando dal vertice della Cgil. Che oggi, in radio, aggiunge anche: «Abbiamo messo mano a tutti gli stipendi di chi lavora in Cgil, dopo anni che erano bloccati, per adeguarli all’inflazione. Non possiamo chiedere a tutti di adeguare gli stipendi e non farlo noi».
Non a caso, infatti, il quotidiano citato prosegue e commenta: «Bisogna dare l’esempio, iniziando da casa propria. Ossia dal capo. Giustissimo! Nel regolamento approvato nel dicembre del 2023 sono state individuate anche le tabelle retributive per tutti i vertici dell’organizzazione sindacale. Dal segretario generale a quello di circolo. Tutti “stipendiati” dalla cassa del sindacato». Altro punto su cui Landini ospite in radio sottolinea: «I soldi del sindacato vengono dai lavoratori iscritti che versano ogni mese l’1% della propria busta paga. E quando abbiamo finanziamenti pubblici è perché facciamo servizi che lo Stato riconosce. Le nostre buste paga e i nostri bilanci sono pubblicati». E infatti oggi se ne parla: nero su bianco e conti alla mano.
L'articolo Salari fermi, la Cgil si porta avanti: aumenti in busta paga per Landini&co. Il segretario: “Per adeguarli all’inflazione” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.