Settant’anni di impegno per la stazione Cnsas di Feltre e nuove leve pronte a portare avanti l’attività sempre con la stessa vocazione di aiutare chi si trova in difficoltà in montagna. Sono sei gli aspiranti che stanno cercando di fare il percorso per entrare nella stazione di Feltre del Soccorso alpino e speleologico. Lo ha evidenziato il capostazione di Feltre Franco Casanova, in occasione dei festeggiamenti per il settantesimo anniversario del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico nazionale e della stazione di Feltre.
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È stata organizzata una dimostrazione di soccorso in parete in località Orsera in Val Canzoi nel territorio di Cesiomaggiore in cui è stato possibile vedere i volontari in azione, in una giornata proseguita con un momento conviviale riservato ai soci e intrattenimenti insieme agli amici e appassionati della montagna con il Coro Oio e il gruppo folk di Cesiomaggiore. «Con un po’ di orgoglio ci tengo a ricordare che la stazione di Feltre è stata una delle fondatrici», dice il capostazione di Feltre del Soccorso alpino Franco Casanova. «È nata nel 1954, dopo che qualche anno prima nelle Alpi Feltrine c’erano stati degli interventi gestiti dal Cai di Feltre, che si rese conto che doveva formare una squadra pronta a intervenire nelle nostre montagne. Già nel 1952-53 era stato formato un gruppo di dieci-quindici persone pronte a partire nell’immediato. Nel ‘54 poi è stata fondata la stazione di Feltre, che portiamo avanti. Ringrazio tutti i volontari».
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Lo fa anche il sindaco di Cesiomaggiore Carlo Zanella: «Senza di loro, tutto quello che è il turismo e la conoscenza delle nostre montagne diventerebbe molto più complicato e più pericoloso», sottolinea. «Nella nostra zona stiamo cercando di portare avanti una progettualità condivisa di aiuto alla chiamata di soccorso. Il Comune è molto ampio, abbiamo circa 90 chilometri quadrati e il 60 per cento è montagna. Senza il Soccorso alpino, il territorio sarebbe indiscutibilmente meno sicuro e più complesso», aggiunge. «Sono straordinari i volontari del Soccorso alpino, che dedicano tanto del loro tempo a salvare o comunque ad aiutare quelle persone che si trovano in difficoltà a visitare i nostri monti e le nostre zone».
Da oltre cinquant’anni all’interno del Soccorso alpino, Giulio De Bortoli parla dell’importanza del ruolo dell’elicottero per il recupero delle persone infortunate. «Un’evoluzione fondamentale», rimarca. «La preparazione poi è fondamentale», prosegue. «Abbiamo tutt’oggi un gruppo molto formato per gli interventi specifici», prosegue Giulio De Bortoli. «Facciamo dai 45 ai 50 interventi all’anno, spero che diminuiscano. Una volta tutti questi interventi non c’erano perché la montagna non era così frequentata».