Lo sapevate che… tra tutti i numeri uno del tennis maschile, ce n’è uno che ha perso tutti e 18 gli incontri che ha disputato in carriera contro il numero 1 del mondo? Sì, è vero: troppi 1 in questa frase, ma questa sorta di scioglilingua ci sembrava il modo più curioso e accattivante per introdurre l’uscita in tutte le librerie del volume di Remo Borgatti dal titolo UNO CONTRO TUTTI – I numeri uno della storia del tennis, pubblicato da ULTRA SPORT.
Nota di Ubaldo Scanagatta: “Sono particolarmente felice di promuovere questa nuova fatica editoriale di Remo Borgatti, uno dei primissimi collaboratori di Ubitennis e nostro inviato in occasione della Laver Cup a Praga, di più edizioni del Masters 1000 di Madrid e di altre ‘missioni’. Oltre che estensore di varie rubriche pubblicate su Ubitennis come ‘Accadde oggi’, sempre pregevoli e apprezzate. Ho sempre apprezzato le qualità giornalistiche, la passione per il tennis giocato e scritto, nonché l’impegno creativo e propositivo di Remo Borgatti, cui auguro di riscuotere presso il pubblico degli appassionati il successo che questo libro ‘Uno contro tutti’, che si chiude con il personaggio sportivo oggi più celebrato in Italia, Jannik Sinner, certamente merita”.
Nata come apprezzata rubrica apparsa a cadenza settimanale sulle colonne di Ubitennis durante buona parte del 2020, UNO CONTRO TUTTI è stato aggiornato dall’autore fino al termine del recente US Open e corredato alla fine con alcune interessanti tabelle statistiche. Dopo l’opportuna prefazione, nella quale l’autore anticipa che proverà a “spiegare – se non proprio giustificare – la logica che sta alla base del meccanismo che regola la classifica mondiale ATP e quindi anche reinquadrarne le storture, che più volte si sono verificate, attraverso una prospettiva diversa”, ebbene dopo il suddetto prologo, Remo Borgatti ripercorre l’ultracinquantennale cammino del numero uno del tennis seguendo il filo logico di mantenere il focus sul trono, su chi lo ha occupato e su tutti coloro che hanno provato a scalzarlo. E sono proprio le parole del primo leader della storia, il rumeno Ilie Nastase, a rendere l’idea del cambiamento sostanziale introdotto dall’istituzione del ranking computerizzato: “Finora, quando mi affrontavano giocavano contro Nastase, uno come tanti altri; adesso giocano contro il numero 1 e di conseguenza hanno molti più stimoli!” Parole sante, quelle di Nasty, nonché profetiche.
Dal 23 agosto 1973, infatti, scendere in campo contro colui che il cervellone elettronico prodotto da una compagnia aerospaziale statunitense aveva indicato come il migliore tennista in circolazione, rappresentava l’opportunità, in caso di successo, di vivere i propri dieci minuti di celebrità oltre a ritagliarsi uno spazio nella storia di questo sport. Da Nastase a Newcombe, poi il lungo regno di Jimmy Connors e di lì il “triello” con Bjorn Borg e John McEnroe, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, prima che l’anticipato ritiro dello svedese lo trasformasse in un duello e poi di nuovo una corsa a tre con l’avvento di Ivan Lendl, il cecoslovacco in odore di naturalizzazione “yankee” che cannibalizzerà la classifica per quasi tre anni, fino al settembre del 1988. Il viaggio, naturalmente, continua e i protagonisti che impugnano lo scettro vi lasciano sopra impronte più o meno evidenti e durature.
Dopo il breve interregno scandinavo di Wilander e Edberg, gli anni Novanta sono quelli del dominio statunitense con il “bastonatore” Jim Courier che ci arriva in anticipo rispetto al ben più continuo Pete Sampras e di Andre Agassi, con le effimere incursioni di “eroi per caso” (o quasi) quali Muster, Rios, Moya, Kafelnikov e infine Rafter, l’unico tra i 29 leader a non essere mai sceso in campo con la corona, detenuta peraltro per una sola settimana. Longevo, pur nella sua intermittenza, sarà anche il regno di Andre Agassi: quasi otto anni di alti e bassi iniziati nel segno del dualismo con Sampras e proseguiti lottando con altri pretendenti quali il favoloso brasiliano Guga Kuerten, il coriaceo Lleyton Hewitt, una spruzzata di “Mosquito” Ferrero e del talento naif di Marat Safin, fino al connazionale Andy Roddick, l’ultimo dei mohicani prima della comparsa di quei tre tiranni che per un ventennio hanno monopolizzato la vetta: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic.
In ordine di apparizione, per evitare di urtare la suscettibilità dei reciproci tifosi. Infine, e questo supponiamo che nemmeno Remo Borgatti potesse immaginarlo quando iniziò questo lungo racconto a puntate nella primavera del 2020, alla ventinovesima stazione del tanto ambito percorso, il primo italiano a sedersi con pieno merito sul trono: Jannik Sinner. Naturalmente, quella dell’altoatesino e dei suoi rivali più diretti, primo tra tutti lo spagnolo Carlos Alcaraz che l’ha preceduto e si propone al momento come il più autorevole candidato alla leadership, è storia piuttosto recente e il libro, per necessità di stampa, si chiude all’indomani dell’ultimo major del 2024 ma lascia la porta spalancata verso il futuro. In parallelo con le vicende che hanno portato alle ascese e alle cadute dei vari numeri 1, l’autore indirizza ripetutamente l’obiettivo verso quei tennisti che la vetta l’hanno magari soltanto sfiorata o non vi ci sono nemmeno avvicinati ma che sono riusciti, talvolta anche in più di una occasione, a battere il leader di turno e quindi di sentirsi almeno per qualche ora i migliori del mondo.
Per finire, in UNO CONTRO TUTTI Remo Borgatti ha passato in rassegna la storia degli ultimi 50 anni del tennis maschile mondiale prendendo come angolo di visuale la cima della montagna e raccontando, con dovizia di particolari, i fatti e gli episodi che ne hanno caratterizzato la scalata da parte dei ventinove campioni che sono riusciti a conquistarla. A proposito, per quei pochi che non lo sapessero: il numero 1 che ha un record in carriera di 0-18 contro i numeri 1 è… Beh, perché rovinarvi la sorpresa? Leggete il libro e lo saprete.
Di seguito tutti i libri dell’autore editi per ULTRA SPORT:
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