Diversamente americano, fortemente europeo, anche se con l’inconfondibile inflessione yankee. Diversamente Volkswagen, per essere riconoscibilmente Ford nonostante la condivisione della stessa piattaforma (MEB), causa alleanza lungimirante, per quanto oggi complessa. Necessariamente elettrico, per altrui volontà politica e visione limitata.
L’identikit del nuovo Ford Explorer è un inno alla nuova mobilità in attesa – tipo Generale Custer – dei rinforzi in via di definizione nello stabilimento di Valencia, leggi vetture a multialimentazione, quindi anche l’amato-odiato diesel magari mild hybrid. Perché la retromarcia tardiva e appena innestata dall’automotive europeo (mondiale?) sull’elettrico si può sussurrare, gestire, ma non sbandierare ai quattro venti.
È davvero curioso come certe vetture vengano procreate in un determinato periodo e poi partorite in uno decisamente diverso. Avevamo lasciato la nuova Ford Explorer in uno studio di Dusseldorf dove ce la presentarono pezzo per pezzo facendocene apprezzare l’originalità con cui voleva proporsi sul mercato, non solo dal punto di vista estetico (figlio della genialità di un designer romeno cresciuto alla scuola di Torino) ma anche per le soluzioni interne.
E l’abbiamo ritrovata quasi adolescente con tutto il suo potenziale nel cuore della Campania felix, in un percorso perfettamente coerente col modello, tra sapori da “ultimo miglio”, natura potente e pulsante per quel vincolo ancestrale che lega il Golfo più romantico del mondo al Vesuvio, il vulcano che ha fatto sussultare e ardere a lungo questa terra nella sua lunga storia di eruzioni fino a un oasi di benessere. L’ideale triangolo del piacere per apprezzare le qualità di questa innovativa versione minimalista di Ford Explorer, che con quello americano ha in comune lo spirito di avventura tutto a stelle e strisce e il logo sul frontale del brand che lo ha messo al mondo. Il resto è figlio della nuova visione del mondo e della rivoluzione decisa dagli… allenatori di Deaborn, dove l’Europa deve essere l’epicentro, il cuore della rivoluzione elettrica dell’Ovale Blu. Con tanto di sostituzioni già operate sullo scacchiere degli stabilimenti europei, Colonia in primis che di Ford è il quartier generale continentale: fuori Fiesta e Focus, dentro Explorer e Capri e tanta altra roba, tutta alla spina.
Ma lei, l’Explorer, è il gioiello più atteso: un Suv compatto, eppure capace di regalare solidità e robustezza, anche al di là delle sue dimensioni, con quel frontale che la rende diversa (appunto) dal resto della concorrenza e con una sua chiara identità, tenuta insieme quasi da un tratto unico per come trasmette fluidità e armonia la linea di cintura che avvolge la vettura dall’anteriore al posteriore. E, una volta entrati nei suoi 4,47 metri di lunghezza (1,64 cm di altezza e 1,95 di larghezza) in grado di ribaltare quel feeling e trasformare il (ridotto) gigantismo made in USA in agilità e maneggevolezza totali, nemmeno fosse una city car. Qualità apprezzate sia nella splendida scalata sui tornanti che ci hanno portato alle pendici del parco del Vesuvio che, una volta riscesi, in quel dedalo di stradine vagamente sconnesse e dal traffico caotico che contraddistingue la viabilità nella zona agricola di Castel Volturno.
E qui si può godere del cuore “sostenibile” di Ford Explorer che abbiamo assaggiato nella versione a due motori elettrici con trazione integrale per una potenza complessiva di 250 kW (340 v) con batteria da 79 kWh. Senza dimenticare, s’intende che la versione base è offerta da Ford con motore da 125 kW (170 cv) e batteria da 52 kWh, con due versioni Long Range a motore singolo, da 150 o 210 kW (204 o 285 cv).
La batteria come detto è la stessa di prima, da 79 kWh, con autonomia rispettivamente di 544 o 602 km. E l’agilità diventa il tratto distintivo di una vettura capace di districarsi anche nelle situazioni più complesse grazie ad un raggio di sterzata di 10,8 metri (9,7 metri sulla versione base). Il tutto unito alla tradizionale reattività dei propulsori elettrici e al comportamento davvero stabile della vettura anche in curva e ad alta velocità grazie all’ottimo lavoro fatto sulle sospensioni, capaci di assorbire ogni problematica incontrata sull’asfalto. Insomma, il divertimento è garantito con una velocità massima di 180 km/h e uno 0-100 km/h in 5″3 (diventa 160 km/h e 8″7 nella versione base).
I consumi? In linea con quanto dichiarato dal costruttore, ovvero 17 kW/100 km: dato ovviamente valido per la guida cittadina, molto meno se si porta l’Explorer oltre i 130 km/h in autostrada. Il Suv Ford si ricarica in 25′ dal 10 all’80% con corrente continua nella versione top con potenza di ricarica di 185 kW (115 in quella base). A corrente alternata arriva a 11 kW.
In definitiva, una vettura riuscita che completa la sua dimensione con spazi confortevoli all’interno per tutti i passeggeri, sia per le gambe che per la testa, mentre il tetto in vetro regala luce a profusione. Anche il pacchetto tecnologico è di buon livello, a partire dal grande display centrale da 15 pollici dell’infotainment, abbinato a quello da 5,3″ dietro il volante. Da tarare meglio e e aggiornare meglio invece il sistema di navigazione.
L’altro nodo era e resta quello del listino che per la versione base di nuovo Ford Explorer parte da 41.500 euro, mentre quella che abbiamo guidato sale a 55.500 euro. È vero che è quasi tutto di serie – solo 6 optional tra cui la pompa di calore – ma finché l’elettrico non diventerà davvero accessibile alla massa, al netto degli incentivi, difficile possa raggiungere davvero la mobilità collettiva.
L'articolo Ford Explorer, la prova de Il Fatto.it – L’elettrica originale, agile e compatta – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.