Le multe dei velox stanno ormai diventando sempre più materia di tribunale. E non parliamo dei ricorsi contro le sanzioni, contro i quali l’amministrazione comunale ha deciso di non ricorrere lasciando di fatto che le multe vengano cancellate, ma dello scontro tra il Comune di Treviso e l’associazione Altvelox che già a metà estate aveva denunciato sindaco, assessore alla mobilità e comandante dei vigili (con il prefetto), per la scelta di non spegnere gli impianti di rilevazione della velocità lungo la tangenziale.
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Ieri, dopo quella prima quadruplice denuncia estiva, e dopo la pubblicazione della notizia della rinuncia ai ricorsi da parte del Comune, la stessa associazione è tornata ad attaccare il Comune puntando il sindaco Mario Conte.
Contro di lui Altvelox ha formalizzato infatti una nuova denuncia, per diffamazione. Sotto accusa le parole pronunciate dal sindaco in uno dei vari interventi in tema di velox per spiegare la decisione del Comune di non spegnere i rilevatori. «Se poi qualcuno vuole speculare nel fare campagna di acquisto clienti attraverso questi ricorsi e denunce, e creando queste associazioni (riferimento indiretto ma chiaro ad Altvelox, ndr)» aveva detto il primo cittadino, «è libero di farlo, ma la mia coscienza mi richiama alla sicurezza stradale». Parole che facevano eco ad altre pronunciate in precedenza, che già avevano scatenato le ire dell’associazione.
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Davanti alla prima denuncia collettiva fatta dall’associazione (che tra l’altro chiamava in causa il sindaco anche per il reato di diffamazione), Conte aveva fatto spallucce: «Vado avanti senza timore». Ora è probabile che la linea non cambi.
A non cambiare è, però, anche la situazione normativa. I “correttivi” annunciati da Roma che avrebbero permesso di chiudere la partita burocratica sui velox “autorizzati ma non omologati” non sono mai arrivati. Così il Comune continua a fare multe, i giudici di pace ad annullarle (se viene fatto ricorso).