Le risorse sono da reperire, ma l’investimento 120 milioni di euro stimato dall’Autorità portuale di Venezia per sistemare il fronte che comprende San Basilio, Santa Marta, il canale della Scomenzera e Sant’Andrea, è destinato a cambiare il volto di una fetta importante della città.
Il trasferimento dei posti auto da Santa Marta all’area del People mover (dove c’è anche l’edificio noto come Cremlino) con la realizzazione di un multi-piano raggiungibile con una navetta, l’ipotesi, se pur ancora remota, di una nuova stazione ferroviaria affacciata al canale della Scomenzera con la ricollocazione dell’ex Platea lavaggi.
Un percorso che si trova nella fase della progettazione di fattibilità tecnico-economica, in ambito portuale, e che sta facendo molto discutere. Per capirlo bastava assistere alla seduta della commissione consiliare di martedì mattina a Ca’ Farsetti, ospite il presidente del Porto Fulvio Lino di Blasio, convocata su richiesta del comitato Waterfront che ha raccolto seicento firme tra i residenti di Santa Marta per avere spiegazioni e per chiedere al Comune, di opporsi al piano.
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«Non siamo contrari alla riqualificazione del waterfront», ha spiegato l’avvocato Daniele Vianello, presidente del Comitato, «ma siamo preoccupati. Vogliamo garanzie per la tutela dei residenti».
Il Comitato cercava una sponda con il Comune ma l’incontro è finito con l’accusa di Vianello, rivolto alla presidente di Commissione, Deborah Onisto, di aver riservato una passerella al presidente del Porto accusato dai residenti di «prepotenza» per il mancato coinvolgimento nella fase progettuale. Critiche respinte al mittente da di Blasio. Convinto sostenitore di un piano che lo studio inglese Arup, vincitore del bando di progettazione insieme a Marco Cecchetto, dovrà presentare entro il 26 settembre.
E se non ci sarà bisogno di ulteriori integrazioni, entro la fine dell’anno il Porto lo presenterà pubblicamente.
La prima fase del piano riguarda San Basilio. Lungo la banchina portuale di Santa Marta – San Basilio troveranno ormeggio: i traghetti veloci, alcune piccole crociere, yacht charter e privati e le crociere fluviali. Navi che permetteranno di aprire il fronte d’acqua.
Il secondo ambito, a medio termine, riguarda Santa Marta. E prevede volumi per la nuova sede dell’Autorità portuale, una struttura sportiva, un ristorante.
La terza fase riguarda l’area che si sviluppo lungo il canale della Scomenzera. Con un’area a verde attrezzato al posto dell’area sosta. Salvi il mercato rionale e la fermata Actv di Santa Marta. Ma le auto dei residenti? Nei pressi del People Mover.
«Chi ha il posto in concessione continuerà ad averlo», ha chiarito di Blasio. Ma è chiaro che le auto non saranno più sotto casa e che per raggiungerle bisognerà prendere una navetta. È questo uno dei principali motivi di scontro con i residenti. Oggi l’autorità portuale gestisce 2797 posti auto di cui 556 dati in concessione gratuita alla pubblica amministrazione.
La dislocazione pensata del Porto prevede un incremento di oltre il 50% per arrivare intorno ai 4.500 posti, che «trovando un’intesa con il Comune potranno essere messi a disposizione anche di residenti di altri veneziani».
In questa ultima fase è ipotizzata una nuova stazione ferroviaria. «Dicono che è per i pendolari», ha sottolineato il presidente del Comitato Waterfront, «ma non prendiamo in giro. Servirà a portare i croceristi direttamente dall’aeroporto andando a snaturare un’area della città fino ad ora estranea al turismo di massa». «Il collegamento con l’aeroporto non è una cosa fattibile, non se ne sta parlando», la replica di Di Blasio. C’è tuttavia una riflessione in corso tra Rfi, Autorità Portuale, Comune e Regione per una stazione che possa alleggerire Santa Lucia. Girava una bozza di protocollo d’intesa. Ma la firma non è mai arrivata, anche per la contrarietà del sindaco di Venezia.