Il Transatlantico, raffinato salone in stile liberty dove gli onorevoli discettano, tra una pausa caffè e l’altra alla buvette, non è certo luogo da cricket, eppure a Palazzo Montecitorio approda il caso monfalconese, rimbalzato dalla Bbc direttamente a Roma.
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Si alza di livello il dibattito. «Ho sottoscritto un’interrogazione del collega Mauro Berruto, rivolta al ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, che sottopone al Governo la questione del “cricket negato” nel Comune di Monfalcone – annuncia la deputata dem Debora Serracchiani –. Non è un atto ispirato da spirito di contrapposizione, bensì dalla convinzione che ci siano strade più efficaci per costruire il futuro di una comunità che non rendere la vita difficile a una sua parte».
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L’esponente del Pd riconduce la sua decisione alla «posizione dell’amministrazione comunale di centrodestra», a traino Lega in verità, per cui «le priorità sono altre e non il cricket, sport nazionale praticato dalla numerosa comunità bengalese». «Tutti sanno che lo sport per i ragazzi è un fattore di socializzazione positiva – spiega la deputata – e che chi pratica regolarmente attività fisica affronta la scuola e la vita quotidiana con più serenità e determinazione. Un report conferma che chi lo pratica è maggiormente ben disposto verso gli altri e vuole progredire. E questo dovremmo augurarci sia un risultato auspicabile per le seconde generazioni di immigrati, che resteranno qui. Dipende anche da noi come: se da emarginati o integrati». «Invece di aggrapparsi alla burocrazia per creare ostacoli – termina – un’amministrazione dovrebbe guardare al dopodomani e se ci sono ragazzi che chiedono di giocare a cricket sarebbe da favorirli, nell’interesse della comunità».
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Sul punto, però, interviene con una nota anche il gruppo cittadino di FdI, rappresentato da Antonio Garritani, vicesindaco reggente, dal segretario Alessandro Borgia e dai consiglieri Denis Sartor, Luca Zorzenon, Luigi Bastone e Luis Resuli.
«Chiariamo subito – dicono – che FdI non ha nulla contro la pratica di questo sport, purché in strutture idonee. Non è possibile cercare scorciatoie. La richiesta di spazi al Comune, in arrivo dalle tante società sportive che operano nel territorio monfalconese, è in costante aumento e non è possibile soddisfarle tutte: le strutture a disposizione non sono illimitate e vanno garantiti gli spazi alle società che da anni operano qui, sfornando campioni e risultati di prestigio». «Come tutti – prosegue FdI – anche la comunità bengalese deve osservare le linee guida dettate dal Coni che regolamentano la pratica sportiva in Italia, dunque la costituzione di una società, l’iscrizione alla Federazione di riferimento, l’affiliazione degli atleti, l’iscrizione ai campionati sul territorio nazionale e via discorrendo».
Molti giovani bengalesi, osserva il partito, praticano attività anche a livello agonistico, in diverse realtà del Mandamento e dunque «non ci sembra affatto in discussione la disponibilità all’inclusione». «Il vero problema che emerge – conclude FdI – è la dispersione sportiva: molti giovani, anche italiani, abbandonano lo sport per andare a lavorare o altri motivi; e v’é la totale assenza di atlete bengalesi, per i noti motivi religiosi. Distorcere politicamente l’argomento da parte del centrosinistra per meri fini elettorali è fuori luogo e denota la solita mancanza di contenuti da proporre ai cittadini, alternativi agli evidenti ottimi risultati conseguiti in otto anni».
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A smentire la ricostruzione di ieri di Anna Cisint, intanto, ci pensa il consigliere regionale Enrico Bullian, che ricorda, esibendo puntuale documentazione, come «pure nel 2021 ci fu la richiesta di tre comuni, Turriaco, San Canzian e Staranzano, di aprire un tavolo di confronto per un campo da cricket sul territorio monfalconese: non le fu mai dato corso. Chissà perché?».—
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