Il Milan è già nell’angolo. Chi non si preoccupa, chi non drammatizza ora, beh non so quando dovrebbe iniziare a farlo.
Quest’estate abbiamo assistito al gran finale dell’American Dream, della suggestione di un Milan americanizzato nei metodi e nella gestione tuttavia vincente. Chiunque sia rimasto oggi, settembre 2024, a sognare insieme a Furlani, Cardinale e compagnia è o un addetto alla propaganda o una larva attaccata a Matrix; è un povero cristo (se va bene) illuso in attesa di picchiare una dentata sul marciapiede.
La narrazione del Povero Milan che un giorno competerà con le big ma solo dopo anni di spending review è totalmente saltata in quanto gli anni di spending review appunto sono passati. Il Milan fa la Champions da anni, ha vinto uno Scudetto due anni fa, e il fatturato è tornato ai livelli storici; il monte ingaggi si è mosso poco, gli stimoli sono praticamente infiniti avendo l’Inter vinto a casa nostra il suo 20esimo Scudetto nonché sesto derby consecutivo in aprile. E Il maghegment furlan-redbirdiano non ha rimosso un solo paletto dell’assurdo, incomprensibile, immotivato, inutile percorso a ostacoli in cui costringe il Milan dall’estate 2022. Non ha aggiunto un solo dirigente capace e competente. Non ha acquistato un solo giocatore in grado di farci fare il salto di qualità. Non ha messo al timone un allenatore di spessore.
E’ un Milan diversamente competitivo.
Sportivamente c’è poco da dire: il Milan di Fonseca è come un uomo in mezzo a un guado poco prima di una piena. Il possesso palla è solo difensivo, lento e senza ritmo; la difesa alta è solo generatrice di rischi, dato che il Milan chiama in media meno di 1 fuorigioco a partita. Sebbene secondo per tiri a partita, la produzione offensiva è sterile; con 26 cross siamo secondi nella graduatoria dedicata, ma la domanda è: a chi sono diretti? Il tiratore principale della squadra è finora Leao (ovvio), ma il secondo per tentativi totali è Yunus Musah, un ragazzo che ha segnato in carriera 3 gol di cui 1 in serie minori. Non ha senso, come non lo ha che Pavlovic sia il secondo smistatore di palloni totali (primo assoluto rapportato sui 90 minuti), e il primo relativamente ai lanci lunghi, avendone però falliti 14 su 18.
Il 40% dei 1560 passaggi effettuati dal Milan sono nel triangolo centrali-portiere, mentre spiccano per poco coinvolgimento Theo Hernandez, solo 11esimo per passaggi sui 90 minuti, e Loftus Cheek che proprio non si capisce cosa abbia fatto per 270 minuti sul terreno di gioco avendo portato 2 (DUE) contrasti in 3 partite, effettuato 0 tiri, 3 passaggi chiave e 1 solo intercetto.
Gli unici 2 catalizzatori di azioni pericolose sono stati Pulisic e Leao.
Il progetto tecnico di Fonseca oltre ad essere qualcosa di assolutamente fuori luogo per una piazza come il Milan post Scudetto ’22 e contro-Scudetto ‘24, e su questo c’erano pochi dubbi trattandosi della scelta di ripiego di Lopetegui, non coinvolge, non colpisce, non si capisce, non è efficace e non è stato supportato da acquisti adeguati né oggi da difese all’altezza. A meno di un Miracolo, che noi ci meriteremmo ma purtroppo il maghegment no, la doppietta Liverpool-Inter lo spazzerà via come uno dei peggiori aborti della nostra Storia.
Ma concentriamoci sui veri responsabili, i geni assoluti che per risparmiare sulle singole operazioni comprano solo giocatori da 20 milioni, magari prossimi alla scadenza, accordandosi direttamente coi ragazzi per poi andare dai clubs. E grazie a questo modus operandi, devono trattare per tre mesi anche il sesto portiere della squadra femminile, indispettendo tutti i club e i DS d’Europa, e magari rinunciando ad alcuni giocatori giusti ma ‘fuori dai parametri’. Salvo poi chiudere la campagna acquisti avendo complessivamente speso più degli altri, e rimanendo con ruoli scoperti. Spendono di più, per avere di meno: geniale, veramente.
Le lodi stucchevoli a Furlani per l’ottima gestione del conto economico sono incomprensibili. Questo entusiasmo canino per un qualcosa di cui vedremo il risultato solo fra qualche anno spero sia dettato dalla fame, dal bisogno di un luogo in cui accucciarsi. Il maghegment attuale ha raccolto gli ultimi frutti della gestione Gazidis-Maldini in entrambi gli ambiti, punto. E sta disfando. Sta cestinando giocatori e decontestualizzando ogni aspetto del Milan, dalla squadra di calcio al marketing e merchandising, in modo scellerato. Io sono convinto che già solo nel medio termine tutto ciò porterà a dei disastri finanziari paragonabili ad un’altra celebrata gestione delle finanze che noi si indicava come oscena, malsana, senza visione, sconsiderata e comprensibile solo dando credito alle malelingue; e che invece veniva descritta come virtuosa, attenta e ovviamente INEVITABILE: quella del Giannino. Questa gestione è ugualmente incompetente, priva di prospettive e ‘strana’. Sarà magra consolazione leggere fra qualche anno, come possiamo fare ora di quegli anni bui, gli scritti dei difensori d’ufficio di questa baracconata per confrontarli ai disastrosi risultati della realtà.
Ibrahimovic nemmeno lo considero.
La paura deve inevitabilmente insinuarsi nei nostri cuori. Una paura da schiena al muro, qualcosa che ci dia le energie per uscire dall’angolo, per combattere. Bisogna moltiplicare l’attenzione, lo sforzo e non farsi travolgere dal disinteresse. Non possiamo reagire con disinteresse oggi, perché la situazione è grave e può aggravarsi proprio nell’indifferenza e nel disamore.
La gestione sportiva, l’immagine sportiva, tutto ciò che lega il Milan allo sport è buttato lì a cazzo, e la facilità con cui questi signori ignorano la pressione, la responsabilità e il giudizio devono far temere il peggio. Dalla comunicazione ufficiale e ufficiosa sono scomparsi (e da tempo) gli avversari: è un Milan diversamente competitivo, che si paragona solo con sé stesso. E perde pure.
Redbird e Furlani: Campioni del Mondo del fare gli splendidi col lavoro degli altri e di pesca nell’acquario. Da questi non ci faremo sconfiggere.
Larry