Per settimane, prima delle elezioni tenutesi il 1° settembre nei due Stati orientali della Sassonia e della Turingia, voci disperate dell’establishment e dei media hanno cercato di convincere gli elettori a non votare per l’AfD (Alternativa per la Germania) o il BSW (Alleanza Sahra Wagenknecht), che la questione non era la guerra o la pace. E proprio questi due partiti hanno ottenuto i maggiori consensi, in particolare il BSW che è stato fondato come partito solo nel febbraio di quest’anno. I tre partiti della coalizione nazionale, invece, sono stati sbaragliati. In Turingia, i Verdi e i liberali dell’FDP sono stati votati fuori dal parlamento statale, rispettivamente con il 3,2% e l’1,1%, mentre in Sassonia l’FDP è crollato allo 0,9% e i Verdi hanno superato a malapena lo sbarramento, con il 5,1%. La SPD del Cancelliere Scholz ha continuato a scivolare nell’oblio, ottenendo solo il 6,1% in Turingia e il 7,3% in Sassonia.
È stato un voto a favore della diplomazia invece che della guerra, della fine alle forniture di armi all’Ucraina, del ripristino dei gasdotti Nord Stream e del ripristino di relazioni costruttive con la Russia. Il BSW ha beneficiato di una notevole mobilitazione di non votanti, stufi degli altri partiti, che ha contribuito all’alta affluenza in entrambi gli Stati: Sassonia 74,4%, Turingia 73%.
In Turingia i cristiano-democratici, all’opposizione, hanno ottenuto il 23,6%, collocandosi al secondo posto dietro all’AfD con il 32,8%, e in Sassonia, dove governavano, il 31,9%, distaccando appena l’AfD, che ha ottenuto il 30,6%. Il successo della CDU si spiega col fatto che a Dresda il partito si è smarcato dalla linea guerrafondaia della leadership nazionale. Il governatore Michael Kretschmer si è schierato contro i capi del partito, a favore di buone relazioni con la Russia e della riapertura dei gasdotti Nord Stream.
Il BSW ha ottenuto rispettivamente il 15,8% e l’11,8%. Il partito di Sahra Wagenknecht (foto) ha presentato una mozione al Bundestag per un dibattito, dopo la pausa estiva, sullo stazionamento dei missili statunitensi. Gli altri partiti non appoggeranno la mozione, sancendo ulteriormente il distacco dagli elettori.
Trarrà il governo nazionale le dovute conseguenze dal disastro elettorale? A livello internazionale, il termine “ingovernabilità” potrebbe presto diventare sinonimo di “Germania”. Allo stato attuale, forse nessuno dei tre partner della coalizione sopravviverà alle prossime elezioni del Bundestag, previste per il settembre 2025. Questo spiega gli appelli che già circolano per le elezioni anticipate, o almeno per un cambiamento nella composizione del governo. L’FDP, ad esempio, potrebbe decidere di uscire dal governo per evitare di scomparire completamente. Inoltre, l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre avrà sicuramente un impatto sulle decisioni delle élite tedesche.
Nel frattempo, il tema della guerra o della pace acquisterà sempre più importanza. Si spera che i “risultati scioccanti” dell’AfD e del BSW portino finalmente il dibattito nazionale su questioni così cruciali per il futuro di tutta l’Europa e oltre, stimolando l’emergere di un grande movimento contro la guerra.