Naufragio al largo di Lampedusa. Ci sono anche tre bambini fra i 21 dispersi del naufragio del barcone di migranti che si è capovolto nel canale di Sicilia in acque territoriali italiane. I sette superstiti, soccorsi da una motovedetta della guardia costiera, hanno raccontato di essere partiti in 28 dalle coste libiche, l’1 settembre scorso. I sette sopravvissuti sono di nazionalità siriana e sono successivamente sbarcati sull’isola.
Sono in corso le ricerche dei dispersi che si trovavano sul barcone semiaffondato in mattinata a circa 10 miglia a sudovest di Lampedusa. Lo fa sapere la Guardia costiera. Attive unità navali ed un aereo ATR 42 del Corpo. Il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera di Roma ha allertato inoltre i centri di soccorso libico, maltese e tunisino. I sette superstiti, tutti siriani, hanno riferito di 21 persone cadute in mare per le avverse condizioni meteo. Due giorni fa è stato registrato un altro sbarco nell’isola: 120 migranti provenienti da Pakistan, Siria, Bangladesh, Senegal, Sudan e Iran. In precedenza, si erano registrati altri nove sbarchi per un totale di 369 persone. Tra loro anche una donna all’ottavo mese di gravidanza e un neonato con sintomi di disidratazione che, insieme alla mamma, è stato portato al poliambulatorio.
Il crollo degli sbarchi fatto registrare rispetto allo scorso anno conferma la bontà dell’azione del governo Meloni, delle nuove leggi introdotte e dei rapporti preziosi che l’esecutivo sta mantenendo con i Paesi nordafricani. Tuttavia, soprattutto in Libia, da dove era partito domenica scorsa il barcone capovoltosi oggi, esistono sacche di criminalità che lucrano sulla disperazione e che continuano a trarre un perverso business dallo scafismo. Nei giorni scorsi era stato assassinato Bidja, ritenuto uno dei più importanti trafficanti di Tripoli, e l’omicidio sembra essere avvenuto all’interno dei vari clan che si contendono la tratta degli esseri umani.
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