La Francia cerca ancora un governo, 59 giorni dopo il secondo turno delle politiche e cinquanta giorni dopo le dimissioni di Jacques Attal. Macron è nel guado e i due nomi in corsa come primo ministro rimangono quelli di Cazeneuve e Bertrand, mentre Melènchon continua a raccogliere firme contro l’Eliseo e Ciottì, ex leader repubblicano ora alleato del Rn, chiede al presidente di dimettersi.
L’alleanza di destra esprime il diniego assoluto intorno ai nomi di Cazeneuve e Bertrand. “Emmanuel Macron ha creato il caos e dovrebbe trarre le giuste lezioni dal suo fallimento per evitare di restare in una situazione di blocco”. L’affondo arriva da Eric Ciotti, presidente de Les Républicains, intervenuto oggi su France 2. “La sua credibilità è ormai perduta”, ha aggiunto Ciottì.
Il Rassemblement National boccerà un governo a guida Xavier Bertrand o Bernard Cazeneuve. L’indicazione è arrivata dalla stessa Marine Le Pen nel corso di un colloquio telefonico avuto ieri sera con il presidente Emmanuel Macron.
A riferirlo è Bfmtv, citando ambienti vicini a Le Pen. La leader dei deputati del Rn – secondo l’emittente – ha ricordato al Capo dello Stato le condizioni per garantire che i suoi non censurino un governo: che il futuro Primo Ministro sia rispettoso di tutti i rappresentanti eletti, compresi quelli del Rn; che lavori sul sistema di voto – in altre parole, sulla rappresentanza proporzionale, che il partito chiede da tempo, e che lavori su questioni come l’immigrazione, la sicurezza e il potere d’acquisto.
Eduard Philippe, che fu primo ministro dal 2017 al 2020, durante la nascita dei “gilet gialli”, si è candidato alle presidenziali del 2027. Lo ha annunciato ieri sera. Philippe, con un passato socialista, oggi è tornato a fare il sindaco di Le Havre. La notizia della sua candidatura è stata bocciata pressoché da tutti i partiti, dal Rn ad Ensemble fino a La France Insoumise.
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