REANA DEL ROJALE. «Il suo unico sogno era quello di volare». Da sempre, sin dall’infanzia. Con la fantasia di un bambino, prima, poi grazie al suo brevetto di pilota privato, ottenuto oltre dieci anni or sono, con sudore, fatica e passione.
Volare: meta ma anche percorso. Fra le tappe, anche la qualifica di istruttore, acquisita a novembre 2023. Volare come il padre Davide. Come racconta Mattia all’indomani della tragedia in cui ha perso la vita il fratello maggiore, Simone Fant, trentunenne istruttore di volo. Di Qualso.
È allora proprio dalla minuta, seppur vivace, frazione di Reana del Rojale che abbiamo accesso al mondo dal quale sgorga tuttora l’essenza di un ragazzo amato. Stimato come pilota, come compagno di squadra, amico.
E persona. Di persone, nel cuore del paese, in piazza, ce n’è una dozzina: gran parte di queste orbitano intorno e all’interno del bar Da Pupi, a un passo dalla locale chiesa di Santa Maria Assunta. Chiacchiere e aperitivi, musica pop estiva. Clima familiare. Ci si conosce, da queste parti, condividendo il quotidiano.
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Anche quello più tragico. La famiglia Fant, qui, è nota, apprezzata. Si parla dunque di quanto avvenuto poche ore prima: il volo, l’incidente. Le ustioni e le flebili speranze. Chi tira in ballo il destino, chi scuote il capo, reazioni e storie che spaccano un po’ l’illusione bucolica circostante.
Non tira vento, non più dopo le maledette folate di lunedì 2 settembre. Ad accompagnarci soltanto un’aria pesante mentre, con pochi passi, raggiungiamo via Pio Collino, la via dei Fant.
In questa strada Simone è cresciuto, prima di lasciare il nido e spiccare il volo altrove, pur mantenendo il proprio domicilio a Qualso. Il silenzio è rotto soltanto da uno strumento, una tromba: il suono è pulito, ma stona con quanto avviene lì intorno.
L’antica falegnameria di nonno Ermenegildo, di fronte l’abitazione, a più piani. Il giardino, rigoglioso. Poi, un movimento. Incrociamo Mattia. Riceviamo le sue parole. Pari pari, ce le ripeterà più tardi, al telefono, papà Davide, pilota pure lui. Fra le due conversazioni, uno scroscio di affetto, tutto per Simone.
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A parlare di lui, fra i tanti, è il collega Matteo Favi, che con Simone ha ottenuto la qualifica di istruttore di volo: «L’ho conosciuto in quel contesto. Come pilota era sicuramente preparato. Aveva più ore di me, aveva fatto un’attività più variegata della mia. Aveva più esperienza. Durante il corso tutto questo è emerso insieme alla sua abilità di volo che univa a un’attenzione scrupolosa ai dettagli, alla sicurezza. Si presentava come un eccellente candidato per fare l’istruttore, aveva tutti i numeri per fare bene questo lavoro».
In possesso dal 2020 pure del brevetto per voli di linea (Cpl), Simone, col cielo, era un tutt’uno. Un ragazzo nel suo ambiente più naturale.
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La dimensione lavorativa, però, il giovane la completava in veste di operaio addetto all’affilatura alla Freud Produzioni Industriali Spa, nello stabilimento di Fagagna. L’azienda lo ricorda come un lavoratore e un ragazzo serio e corretto.
Qui, Simone era arrivato nel 2013. In precedenza, a conferma di un sogno partito da lontano, lontanissimo, per lui c’era stato il percorso di studi affine al mondo dell’aeronautica all’Isis Arturo Malignani di Udine.
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Scuola, lavoro e passione. In mezzo, lo sport. Il calcio, nella sua Reana. Anzi, Reanese. «Era un leader – ci rivela il suo ex presidente Salvatore Scilipoti, ora numero uno all’Ol3 –, proprio un ragazzo d’oro. Era sempre molto disponibile, era bravo a fare spogliatoio. Ha fatto il settore giovanile, poi è cresciuto ed è approdato agli juniores, meritandosi anche qualche convocazione in prima squadra».
Sui campi di Reana si sono incrociate, in passato, le strade di Simone e di tanti suoi compagni. Compagni come Andrea San Marco: «Ci siamo conosciuti a Reana, eravamo entrambi nel gruppo degli juniores. Sia in campo che fuori era sempre solare, sorridente, amichevole. Positivo e pronto alla battuta. Ogni tanto, essendo diventati amici, ci vedevamo anche in altri ambienti, a qualche festa, magari. L’ultima volta che l’ho incontrato era nel periodo del Natale scorso. Ricordo bene la sua passione per il volo».
A calcio si gioca in undici, anche di più sono gli elementi inseriti solitamente in rosa. Ecco allora un altro compagno di squadra, Kevin Gaddi: «Ho passato tanti anni a giocare insieme a lui. Persona e famiglia straordinarie. Simone era un ragazzo dal cuore grande, sin da piccolo aveva la passione per il volo. Giusto una ventina di giorni fa l’avevo sentito perché era contento di aver preso la qualifica di istruttore. Era una persona per bene, con la testa sulle spalle: se non era convinto di fare una cosa, non la faceva. La sua idea fissa era quella di volare, a tutti i costi, in qualsiasi momento. Era una persona davvero incredibile».
A ricordarlo, pertanto, anche le istituzioni. Così il sindaco di Reana del Rojale Anna Zossi: «Gran lavoratore e persona riservata. L’amministrazione comunale e tutta la comunità si stringono attorno alla famiglia di Simone in questi momenti tragici».
Al lutto si unisce anche il consigliere regionale Edy Morandini, qui di casa: «Lontanamente siamo imparentati, per quanto non lo conoscessi benissimo. Ma per quanto poche, le informazioni e gli aneddoti in mio possesso sono sufficienti a permettermi di ricordare Simone come un bravissimo ragazzo. A Qualso, partecipava alle varie attività che venivano periodicamente promosse, come i tradizionali tornei di calcio».
Papà Davide, allora, riassume: «Era un pezzo di pane». Sui social, in tanti hanno voluto dare il proprio saluto, “postando” il loro pensiero sui profili personali di Simone.
Cuori, abbracci. «Cieli blu», questa la frase più ricorrente. Cieli blu: così ci si congeda da colleghi “del cielo” che perdono la vita. Il cielo è blu, quando lasciamo Qualso. Il paese, silente, custodisce il proprio dolore, con dignità. Questa sera alle 19, nella chiesa della stessa Qualso, si terrà il rosario in ricordo del ragazzo.
Resta ancora da definire, invece, la data del funerale.