“Ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro e presi coi cazzottoni“. Durante la trasmissione Sky Calcio Club, Paolo Di Canio non ha usato il fioretto per criticare le stelle del Milan Rafa Leão e Theo Hernández, che durante il cooling break della sfida con la Lazio di sabato scorso non si sono uniti al resto della squadra, restando in disparte – all’estremo opposto del campo – per protestare contro l’esclusione dalla formazione titolare decisa dal mister Paulo Fonseca dopo la prestazione deludente di entrambi contro il Parma. Una provocazione a cui Leão ha scelto di rispondere in modo eloquente: su X l’attaccante portoghese ha twittato la celebre immagine di Di Canio a braccio teso sotto la curva nord dell’Olimpico, immortalato a esultare con il saluto romano di ispirazione fascista ai tempi in cui giocava nella Lazio. Ad accompagnare la foto quattro puntini di sospensione e nessun commento: come a dire, “guardate da che pulpito vengono le prediche”.
— Rafael Leão (@RafaeLeao7) September 2, 2024
Di Canio, che non ha mai nascosto le sue simpatie di estrema destra, ha infatti accusato di fatto i due giocatori di essere dei viziati: “Adesso sento i buonisti dire che sono ragazzotti così, da otto milioni. Cose che capitano. Ma stiamo al Milan!”, ha detto nel salotto della pay tv. “Se una cosa del genere succede al dopolavoro, anche con i miei amici che stiamo cazzeggiando e stiamo lì a giocare, se uno si mette lì con la pancia in disparte io gli dico: “Ao’, che stai facendo, ma vieni qua tra di noi”. Adesso non voglio fare populismo, ma questa cosa è una vergogna. È delegittimazione!”, ha incalzato. Per poi concludere: “Ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro con i cazzottoni. Ma veramente, che state facendo? Il mister, i compagni di squadra si sentono declassati da quell’atteggiamento”.
L'articolo Di Canio contro Leão e Theo: “Ai miei tempi li avrebbero presi a cazzottoni”. Il portoghese risponde con la foto del suo saluto fascista proviene da Il Fatto Quotidiano.