Si sta discutendo e si discuterà a lungo in merito al contatto che ha coinvolto Francesco Bagnaia e Alex Marquez durante il Gran Premio d’Aragona. Si trattava di un incidente evitabile, oppure si tratta di una “normale”, per quanto dolorosa, dinamica di gara?
Di certo, se c’è la responsabilità di qualcuno, quella è dello spagnolo. Il punto focale è che l’italiano era davanti e aveva dunque diritto di traiettoria. L’iberico potrà recriminare e dire: “Cosa avrei dovuto fare, smaterializzarmi?”. Il piemontese potrebbe legittimamente replicare: “Avresti dovuto tirare indietro il polso e accodarti, ormai ti avevo passato”. Agli steward la lettura dell’incidente.
Un altro tema di dibattito può riguardare la necessità di Bagnaia di effettuare una manovra del genere, sicuramente rischiosa (come si è effettivamente rivelata) quando appariva in pieno controllo. Non avrebbe potuto, Pecco, evitare l’azzardo e aspettare qualche curva prima di portare la stoccata?
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Facile parlare con il senno di poi e da spettatori. La realtà dei fatti è che Bagnaia ha preso una decisione. Quel genere di decisioni che maturano nel giro di pochi decimi di secondo. Alex Marquez aveva commesso un errore, c’era l’opportunità di scavalcarlo e Pecco ha scelto di provare a coglierla al volo.
Chiaramente, si è esposto a un rischio. Però, Motorsport is dangerous. Un approccio più attendista e razionale avrebbe consigliato di non giocare col fuoco. Cionondimeno, c’era uno spazio piuttosto ampio e la chance era ghiotta. Il piemontese è e resta un pilota da corsa, non gli si può fare una colpa per quanto accaduto.
Ha rischiato? Sì. È andata male? Sì. Ha preso una decisione rivelatasi sbagliata, ma certe scelte sono effettuate nell’arco di pochi istanti e – soprattutto – spettano solo ed esclusivamente a chi si trova nella posizione di prenderle. Per quanto sia stata una mossa azzardata, quanto fatto da Bagnaia va rispettato.