Dovevano arrivare prima della pausa estiva e della chiusura dei lavori parlamentari, alla scadenza del mandato (a fine luglio). Poi la decisione di rinviare il voto – sia alla Camera che al Senato – al 12 settembre. Mancano, dunque, due settimane al giorno in cui il Parlamento esprimerà il proprio parere sulle nuove (o vecchie, in alcuni casi) figure che dovranno ricoprire i ruoli apicali della televisione pubblica, ma c’è ancora un importante braccio di ferro – all’interno della maggioranza stessa – sulle imminenti nomine Rai. Tensioni palpabili alla ricerca di un equilibrio tra due partiti – Forza Italia e Lega -, con Fratelli d’Italia che cerca di fare da mediatore tra le parti.
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Il voto del 12 settembre servirà a eleggere i quatto componenti del Consiglio di amministrazione dell’emittente pubblica radio-televisiva, mentre altri due saranno decisi – come prevede la normativa vigente – direttamente dal governo (l’ultimo dei sette, invece, viene nominato dall’assemblea dei dipendenti). E, ovviamente, in ballo c’è il nome del nuovo amministratore delegato della Rai, ruolo attualmente nelle mani di Roberto Sergio, uomo molto vicino a Fratelli d’Italia.
E, come al solito, ecco i bisticci non tanto tra maggioranza e opposizioni, ma tra gli stessi partiti alla guida del Paese. Solo qualche settimana fa, si parlava di una candidatura forte di Simona Agnes per il ruolo di Presidente dell’azienda pubblica (al posto di Marinella Soldi). Un nome forte, sostenuto da Forza Italia, sul quale Lega e Fratelli d’Italia sembravano convergere. Ma il Carroccio, nelle ultime settimane sembra aver messo il bastone tra le ruote e questa nomina – che comunque resta la più forte – potrebbe saltare, provocando effetti nefasti anche sulla tenuta della maggioranza stessa.
Per quel che riguarda il ruolo di amministratore delegato, tutti gli indizi portano al nome di Giampaolo Rossi, attuale direttore generale della Rai. E potrebbe esserci, ma si tratta di rumors, uno scambio di poltrone proprio con l’attuale ad Roberto Sergio, che potrebbe prendere il posto di Rossi alla direzione generale. Giochi politici di chi ha in mano il potere in Italia, mentre l’azienda prosegue da oltre un mese con un consiglio d’amministrazione scaduto e un direttore generale che ricopre anche la carica del Presidente.
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