Presidio sindacale e stato di agitazione proclamato per 77 dipendenti del Pronto soccorso hanno sortito un primo effetto: da subito, o comunque nel tempo necessario a conferire l’incarico in via Galvani, entrerà in servizio la guardia giurata. L’addetto alla sicurezza privata opererà nel turno 22-6, poiché dall’analisi delle statistiche portate in dote dalla Questura gli episodi di aggressioni, in media due al mese, si verificano al San Polo soprattutto di notte, quando peraltro spesso è al lavoro personale femminile: mamme o giovani donne più esposte alla violenza rispetto ai colleghi maschi.
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In genere si tratta di fatti riconducibili all’abuso di alcol o stupefacenti, ma anche all’ansia di ottenere risposte che possono non arrivare nel tempo ipotizzato dall’utenza. La salute è un dato sensibile e l’aggiornamento delle condizioni di chi arriva al presidio non è detto possa esser comunicato all’accompagnatore. Di qui, le intemperanze.
Per questo la seconda azione, stando a quanto convenuto al tavolo sulla sicurezza indetto a Gorizia, è costituita dall’inserimento di volontari nell’alveo delle associazioni combattentistiche e d’arma, come pure della sanità, chiamati in fascia diurna a dirimere le informazioni e mitigare possibili nervosismi. Insomma, a fare l’empatico filtro.
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Sul lungo termine infine – e non è meno rilevante, anzi – i sindacati (ieri non convocati) hanno strappato l’impegno a inserire nel progetto di ammodernamento e ampliamento del Pronto soccorso, la cui realizzazione è attesa nei prossimi tre-quattro anni, uno spazio adiacente l’ingresso, subito visibile all’utenza, per l’agente di Polizia. Il fine è deterrente. Una logica sposata anche da recenti linee di indirizzo del Ministero dell’Interno.
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È questa in ultima analisi la sintesi dell’incontro che ieri ha visto la partecipazione, oltre che dei vertici Asugi e dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, del prefetto Raffaele Ricciardi, del questore Luigi di Ruscio e dei comandanti Massimiliano Bolis (Arma) e Andrea Esposito (Gdf). «Il focus è servito anche a verificare la validità dei protocolli – ha rilevato Ricciardi –, infatti con riferimento all’ultimo episodio, è emerso che la volante è arrivata al San Polo in sei minuti». Il prefetto ritiene che «una guardia giurata, operatore qualificato alla sicurezza, possa garantire un intervento tampone necessario alla tutela del personale, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine».
E valuta positivamente l’inserimento dei volontari, poiché molte volte a «esasperare è l’attesa del cittadino, che magari dall’altra parte sente un grido e non sa se si tratti del suo caro: la mediazione di persone con esperienza e tatto può giovare». Soddisfatto anche Di Ruscio che «si sia chiarita la situazione in termini statistici di incidenza: s’è tracciato un percorso e credo che queste situazioni abbiano aperto un focus importante». Ma in futuro arriverà il poliziotto al nuovo Pronto soccorso? «Certo, se ci sono le condizioni ed è stata garantita una postazione, non vedo perché no», ha replicato.
«La prima misura che verrà attivata da Asugi sarà la garanzia di presenza di una guardia giurata la notte, per assicurare un rapporto più efficace con le forze dell’ordine – così Riccardi –. Oltre a questo, riterrei utile ripercorrere l’esperienza positiva già avviata a Pordenone con il coinvolgimento delle forze volontarie delle associazioni d’arma, che potrebbero in fascia diurna dare un sostegno alle persone in difficoltà. Parimenti continuerà l’attività formativa per i sanitari in condizioni di stress e pericolo».
Stefano Bressan (Uil Fpl) avvalla la guardia giurata come una buona soluzione e «a maggior ragione» sollecita «l’autorizzazione, attesa da due anni, per l’avvio dei lavori alla Regione, in modo da veder presto attiva pure la postazione di Polizia al San Polo».
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