Arriva dal Consiglio di Stato lo stop definitivo per la presunta “veggente” della Madonna di Trevignano, Gisella Cardia, e per i suoi adepti. Il massimo organo di giustizia amministrativa ha respinto il ricorso contro la decisione del Comune di vietare il culto alla controversa signora, già indagata per truffa e oggetto di molte perplessità e sempre ritenuta poco credibile dalla Chiesa.
“Il Consiglio di Stato, con ordinanza in data 29 agosto 2024, ha confermato il provvedimento già emanato dal Comune, con cui, stante l’abusivo esercizio di attività di culto sul noto terreno situato nel territorio comunale, si intimava all’Associazione Madonna di Trevignano Ets , la rimozione delle attrezzature all’uopo installate e l’interruzione di ogni attività di culto nonché l’acquisizione dell’area in questione al patrimonio comunale in caso di inottemperanza nel termine di novanta giorni, così come disposto dalla legge”.
E’ quanto rende noto il Comune di Trevignano in una nota. Il termine, prosegue il comunicato, “è scaduto il 27 agosto scorso e come accertato dalla Polizia Locale il provvedimento è rimasto inottemperato, non essendo state rimosse le attrezzature nei tempi consentiti ed essendosi, inoltre, il 3 agosto svolta la manifestazione di culto”.
Il Comune fa sapere che “come disposto dal provvedimento che il Consiglio di Stato ha confermato, accogliendo le richieste avanzate da questo Comune, ogni attività di culto è preclusa, le attrezzature verranno rimosse dal personale da noi incaricato e l’area è acquisita al patrimonio comunale”.
“Abbiamo applicato la legge assegnando all’associazione l’intero termine così come previsto dalla norma – ha affermato la sindaca di Trevignano Claudia Maciucchi – stante però l’accertamento svolto dalla Polizia Locale di inottemperanza, siamo già in piena attività per dare seguito a quanto già confermato e disposto dal giudice”. “L’associazione – ha aggiunto il sindaco- avrebbe dovuto rispettare l’ordinanza comunale come richiede la legge. Ha invece preferito sfidare la legge e ora non può che subirne le conseguenze”
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