[1] J. Sinner b. A. Michelsen 6-4 6-0 6-2
Un po’ come nel match d’esordio due giorni fa contro McDonald, Jannik Sinner impiega buona parte del primo set per trovare l’andatura giusta nel match contro lo statunitense Alex Michelsen (da lui battuto un paio di settimane fa a Cincinnati), ma poi una volta prese le misure di campo e avversario si distende in scioltezza e ottiene una vittoria tranquilla in poco meno di 100 minuti.
LA PARTITA – Inizio traballante da parte di entrambi i protagonisti: Sinner perde il servizio in apertura, Michelsen lo segue a ruota nel game successivo. Gli scambi sono tesi ma raramente arrivano a essere lunghi, perché tutti e due cercano di muovere il gioco, specialmente l’americano che prova la via della rete appena ne ha occasione.
Sinner impiega alcuni games a trovare la posizione giusta per la risposta, ma soprattutto sulla seconda avversaria riesce a fare male. L’italiano prova l’allungo sul 3-3 ottenendo il break a zero, ma non riesce però a consolidare per colpa di un errore piuttosto grossano allo smash. Sinner tiene gli scambi piuttosto tesi, forse per contrastare le velleità offensive di Michelsen, ma la scarsa net clearance, soprattutto dalla parte del rovescio, gli costa a qualche errore di troppo.
Sul 4-4 arriva il break decisivo, alla terza occasione di un game in cui Sinner ha mancato un paio di diritti ma ha comunque dimostrato grande solidità nei punti importanti.
Da lì Jannik Sinner cambia marcia e se ne va nel punteggio: 6-4 nel primo set in 42 minuti, 6-0 in 26 minuti nel secondo, con la serie di otto giochi consecutivi che si interrompe solo in apertura di 3° set.
Più la partita avanza nel frastuono dell’ Arthur Ashe (80 decibel durante gli scambi, a causa del vocio di fondo), più diventa evidente che Michelson non ha davvero le armi per fare inceppare il gioco metronomico di Sinner, e anche il terzo set scorre via senza sussulti: due break, e dopo un’ora e 39 minuti l’altoatesino può accedere al terzo turno, dove incontrerà l’australiano O’Connell, vincitore di Mattia Bellucci.