Alla sagra di Valnogaredo non manca proprio nulla. Ci sono degli ottimi bigoli, ci sono delle buonissime birre artigianali e ovviamente del pregevole vino rosso, c’è il ballo sulla pista d’acciaio e tira un venticello che rinfranca dal caldo delle serate estive. Si pensi, nella chiesa che si affaccia allo stand gastronomico ci sono pure le spoglie di un papa, il pontefice Adeoato I. Che volere di più? Beh, una cosa effettivamente manca: il Pos.
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Ecco, chi è arrivato impreparato alla sagra di Valnogaredo – senza sapere del Pos e senza contanti in tasca – ha toccato con mano cosa significa vivere o frequentare un luogo privo di sportelli bancomat. Perché è anche con le piccole cose di ogni giorno – sì, pure con una sagra – che si comprende meglio la dimensione di un disagio.
In questi giorni – nello scorso weekend e nel prossimo – nel borgo padovano, frazione di Cinto Euganeo, c’è la tradizionale sagra, una delle più apprezzate dei Colli. Nella pagina Facebook della manifestazione, e poi all’ingresso dello stand gastronomico, è scritto, riscritto e ribadito: non funziona il Pos. E mica per volontà o spregio ai tempi che cambiano: qui i cellulari non prendono, o lo fanno a fatica, e la linea non permette l’utilizzo dei terminali per il pagamento elettronico.
«Tranquilli, vado a prelevare», rassicura un ragazzo alla compagnia di amici, tutti rigorosamente senza una banconota in tasca. «Giovine, i finisse ee costesine ora che te rivi», lo incalza un anziano del posto. Tradotto: quando farai ritorno, non ci sarà più carne da cuocere. Già, perché a Valnogaredo non esiste uno sportello bancomat e quello più vicino è a Lozzo Atestino o a Este, ad almeno dieci-quindici minuti di auto. C’è chi si avventura tra le vie del borgo, girando nel buio a caso, prima di scoprire che lì di Atm non c’è nemmeno l’ombra.
C’è chi desiste e torna a casa, chi se la mette via e si sobbarca la mezz’ora di spostamento per recuperare il contante, chi si fa prestare qualche soldo dall’amico in compagnia. «Per gli stranieri, e sono molti quelli che capitano qui, risulta davvero incomprensibile che esista un centro abitato senza un dispositivo da cui prelevare contanti», confidano gli organizzatori della sagra, i primi a cercare di ridurre al minimo il disagio.
I residenti di Valnogaredo sono abituati all’assenza del servizio, ma comunque non possono dirsi abituati al disagio: condanna sempre più frequente delle frazioni e delle piccole località, ora persino dei centri più grandi.
Sul tema, sia chiaro, le Pro loco stanno dalle parte del pagamento elettronico.
Giuseppe Pengo, presidente Unpli Padova, è categorico: «Le Pro loco che aderiscono all’Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia sono obbligate per legge a prevedere l’uso del pos. Ormai si paga con il pos anche il caffè». Pengo fa notare che ormai non si immagina di fare senza: «Se capitasse a me, di non poter pagare con la carta o il bancomat, me ne andrei via: se vogliamo offrire un servizio, che lo si offra a 360 gradi».
Immune dalla critica è, come detto, la festa di Valnogaredo, che deve fare i conti con l’isolamento telefonico: il disagio, assicurano, viene ben ripagato da un buon piatto di musso.