Saranno due settimane da record, non solo in pista o in vasca o in qualcuna delle 23 discipline in programma da qui all'8 settembre, giorno della cerimonia di chiusura. Le Paralimpiadi di Parigi 2024 segnano un avanzamento importante per il movimento paralimpico il cui peso, prima di tutto in termini numerici, sta crescendo all'interno del sistema sportivo. Siamo ormai fuori dalla nicchia in cui i paratleti hanno vissuto per un paio di decenni. Lo certificano le dimensioni di questa edizione di Giochi paralimpici e l'attenzione con cui è stata preparata non soltanto in Francia a livello organizzativo, ma anche dalle delegazioni che andranno a caccia di medaglie.
Sono 549 gli eventi in programma. Due settimane di gare che vedranno impegnati 4.400 paratleti provenienti da 168 diversi Paesi del mondo. Già questo è un record che testimonia la volontà del CIO di rendere le Paralimpiadi non solo l'appendice dei Giochi a fine estate. Saranno un evento unico. Due milioni di biglietti sono stati polverizzati nei mesi scorsi e ne restano disponibili 500mila, al netto di alcune centinaia di migliaia destinati a giovani e studenti perché il messaggio dell'inclusione deve ancora finire di farsi largo nelle future generazioni.
Alla cerimonia inaugurale, tuta fuori dallo Stade de France come già quella discussa del 26 luglio, prenderanno parte centinaia di ballerini e artisti: per loro sono stati appositamente disegnati 700 costumi. Ci sarà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e questa volta - previsioni alla mano - non dovrà coprirsi per ripararsi dalla pioggia incessante di fine luglio. La sua presenza è, però, la conferma implicita di quanto l'Italia ci tenga a fare bene a Parigi dando così forza anche mediatica a un mondo dietro al quale si nascondono migliaia di storie di riscatto e ricostruzione di vita.
Anche la spedizione italiana sarà da record. Sotto la Tour Eiffel portiamo 141 paratleti (71 ragazze e 70 ragazzi in nome della parità tra sessi che è diventata un must do nelle regole olimpiche). Partiamo dai 69 podi dell'edizione di Tokyo del 2021, seconda perfomance di sempre alle spalle delle 80 medaglie di Roma 1960 quando, però, il movimento paralimpico era agli albori. Gli ori (14 a Tokyo con anche 29 argenti e 26 bronzi) si contano ma è necessario anche che vengano pesati. A livello paralimpico siamo solidamente nella top10 del mondo (a Tokyo il medagliere ci ha visto chiudere al 9° posto) ma l'ambizione è crescere.
Se Bebe Vio è stata nel tempo il volto trainante di tutto il movimento, oggi l'Italia è stata capace di evolversi proponendo altre storie e nuovi campioni. I portabandiera della cerimonia inaugurale saranno Ambra Sabatini, atletica leggera, e Luca Mazzone, ciclismo. Stefano Raimondi (sette podi a Tokyo), Smone Barlaam, Carlotta Gilli, Giulia Terzi Antonio Fantin, Francesco Bocciardo, Francesca Xenia Palazzo e Monica Boggioni ci hanno reso dominanti nel nuoto a Tokyo.
E poi gli sprint di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, oro, argento e bronzo nei 100 metri. I getti di Assunta Legnante (sul podio consecutivamente da tre edizioni) e Oney Tapia ((podi a Rio de Janeiro e Tokyo). Per non dimenticare luca Mazzone la cui storia paralimpica, oggi declinata nel ciclismo, affonda le radici nel nuoto di Sydney 2000. Con lui Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto rimasto paralizzato in seguito a una sparatoria nel 2019. Gli ingredienti per vivere due settimane col fiato sospeso ci sono tutti.