Brutta avventura martedì scorso in pieno centro per tre adolescenti. Poco prima delle 18 in piazza Cavour sono stati aggrediti e minacciati da una baby gang che si è avvicinata loro per rubargli cellulari, cibo e qualsiasi cosa avessero nelle tasche.
Cinque giovani, che stando alle testimonianze degli aggrediti non sarebbero italiani, si sono accostati con fare minaccioso ai tre teenager e hanno preteso il telefonino di uno dei ragazzini. «Eravamo seduti in piazza su una panchina di ferro, stavamo mangiando qualcosa che avevamo acquistato al supermercato Pam, quando siamo stati accerchiati», racconta P.C. quattordicenne residente in centro.
«Uno ci ha intimato di dargli quello che avevamo nelle tasche, ma io per fortuna non avevo portavo nulla perché mia mamma non mi fa uscire con il telefono, avevo solo le chiavi. A quel punto», continua il ragazzo, ancora agitato per l’accaduto, «un componente della banda ha preso la sigaretta che aveva in mano e ha cercato di spegnerla sul gomito del mio amico che aveva il telefonino in tasca.
Poi hanno palpato la scomparto dei pantaloni del mio compagno che però gli ha detto di avere in tasca solo la scatola dell’apparecchio dentale che si era tolto per mangiare. Stizziti, alla fine ci hanno strappato di mano solo il cibo e sono scappati, però prima ci hanno fatto delle foto».
«Sono ancora sconvolto per quello che è successo e perché nessuna delle persone grandi che erano sedute lì vicino, è intervenuta. Questa cosa proprio non la capisco. Come si può non adoperarsi quando vedi un episodio simile? Perché i grandi non si sono preoccupati nell’assistere a una scena del genere? Ci aspettavamo che qualcuno intervenisse in nostro aiuto».
I ragazzini hanno poi scorto sul Liston un’auto della Polizia e l’hanno bloccata. «Abbiamo raccontato il fatto, ci hanno chiesto il numero di telefono e le generalità e poi sono andati a cercarli. Invece noi siamo rientrati immediatamente a casa dove abbiamo riferito l’episodio ai genitori che poi hanno contattato le forze dell’ordine per segnalare quello che era successo».
«Sono preoccupato perché hanno le nostre facce visto che ci hanno fotografato e sono schifato nell’aver visto che nessuno si è avvicinato per aiutarci. E credetemi, di gente a quell’ora ce n’era», racconta A.S., tredici anni da compiere tra qualche mese.
Le famiglie si chiedono come sia possibile che in pieno giorno accadano fatti simili, che dei ragazzini per bene vengano aggrediti da coetanei noti alle forze dell’ordine. «Due di quel gruppo io li avevo già visti, un mio amico mi aveva fatto vedere delle foto o un video, ora non ricordo, e c’erano proprio quei due e il mio compagno di classe mi aveva pure detto che erano pericolosi e di evitarli. Ma noi martedì stavamo solo mangiando seduti in pace, spensierati», aggiunge il terzo ragazzo aggredito.
Le famiglie rifletteranno sul da farsi, perché quella gang ha i volti dei loro figli e sporgere denuncia fa paura. I genitori sono preoccupati che i baby bulli possano tornare ad aggredire i ragazzi e hanno anche il timore che sia difficile vedere puniti i cinque bulli, soprattutto a causa della loro giovane età. «Vedremo se procedere o no con una denuncia, intanto è bene raccontare questa storia per avvisare ragazzini e famiglie. Non è giusto che in pieno centro accadano queste cose e che i nostri figli vengano terrorizzati da coetanei che dovrebbero essere segnalati o avere un Daspo che vieti loro di frequentare le zone dove commettono questi fatti», sottolinea una delle mamme.