LUSEVERA. Se ne discute da giorni, e non solo nelle Valli del Torre. La storia della “processione negata” (al mattino, mentre sarebbe stata consentita a partire dalle 14.30) nel giorno dell’Assunta, a Villanova delle Grotte, ha fatto il giro d’Italia. Così almeno sostiene il sindaco di Lusevera, Mauro Pinosa, coprotagonista – insieme al parroco, don Renzo Calligaro – di una vicenda che sembra calata nell’Emilia di Giovannino Guareschi.
Che l’accaduto stimolasse, d’istinto, un parallelismo con la saga di don Camillo e Peppone era inevitabile: il bello, però, arriva adesso, perché la cronistoria fornita dal primo cittadino convalida la simmetria, seppure con varianti sostanziali. «Mi stanno chiamando da ogni parte della penisola – conferma Pinosa – per sapere cosa ci sia dietro questo episodio. Tutto cominciò nel maggio 2019, quando vincemmo le elezioni scalzando, dopo 20 anni, i filosloveni, con i quali simpatizza il parroco. Divenni vicesindaco ottenendo il maggior numero di preferenze mai registrate nel Comune».
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I primi attriti con il sacerdote si palesarono a Ferragosto: «Nonostante il programma dei festeggiamenti fosse stato concordato oltre un mese prima, aveva preteso – ricostruisce il sindaco – di spostare la processione con la statua della Madonna dopo la messa, anziché mantenerla al pomeriggio, dopo i vesperi, come sempre era stato: la tradizione richiamava moltissimi fedeli, anche dagli abitati limitrofi, ed era accompagnata da antichi e bellissimi canti e litanie. Al termine del rito la gente si fermava alla sagra, rimanendo fino a notte, a tutto vantaggio del bilancio economico dell’evento (che ha finalità di beneficenza). Visto il comportamento del parroco, nessuno del paese diede la disponibilità a trasportare il simulacro all’orario inconsueto (l’ho fatto per oltre 40 anni) e la processione non ebbe luogo. Furioso perché le sue imposizioni erano state trasgredite, al termine della funzione il religioso sprangò la chiesa, dando ordine alla custode di non riaprirla, e se ne andrò, impedendo alla gente di andare a pregare l’Assunta. Telefonai in Curia e nel pomeriggio salì a Villanova monsignor Guido Genero, il vicario dell’arcivescovo, che fece aprire d’autorità il luogo di culto e celebrò i vesperi, in assenza di don Renzo. Quando andammo a prendere la statua per iniziare la processione scoprimmo che il prete aveva nascosto in sacrestia e messo sotto chiave le stanghe per il trasporto».
Il rituale pomeridiano sfumò inevitabilmente. I due anni successivi il problema non si pose, causa Covid, ma si ripresentò nel 2022. «Il 2 agosto, per prevenire disguidi – spiega Mauro Pinosa –, inviai al vescovo una mail che tuttavia fu letta solo il giorno 16 e che rimase senza risposta. A quel punto chiesi un appuntamento con l’arcivescovo: in Curia fui ricevuto dal vicario, cui esposti la situazione. In seguito inoltrai una seconda mail, che ebbe però lo stesso esito della precedente: nessun riscontro. L’anno successivo, il 15 agosto 2023, il parroco volle nuovamente che la processione si svolgesse subito dopo la messa, ma come già avvenuto in precedenza nessuno del paese si prestò a portare la Madonna. Il sacerdote chiamò allora dei portatori di “fiducia”, da Lusevera: un vero e proprio schiaffo al paese. Mentre questi armeggiavano, inesperti, per infilare le stanghe per il trasporto (la statua pesa circa 200 chili), io inizia a leggere alla gente che attendeva all’interno della chiesa ciò che avevo scritto al vescovo: pur di non far sentire quello che dovevo comunicare don Calligaro corse in sacrestia e fece suonare le campane a stormo, per coprire la mia voce».
Don Camillo docet, «e non era – dice Pinosa – la prima volta che accadeva». Conclusioni: «Noto – commenta il primo cittadino, ricordando come l’ordinanza che ha vietato lo svolgimento della processione prima del pomeriggio e istituito un senso unico di marcia sia derivata da una specifica richiesta degli organizzatori della sagra dell’Assunta – un accanimento incredibile contro tutto ciò e tutti coloro che in qualche modo hanno a che fare con me e quanto rappresento. Perfino nel mio paese, Villanova delle Grotte. Invidia? Ignoranza? Politica? Non so, magari tutto quanto insieme».