Alla fine se ne è andato Sven Goran Eriksson, vinto da quel maledetto tumore al pancreas che si era già portato via Gianluca Vialli. A 76 anni, il tecnico svedese che vinse lo scudetto sbagliato e perse quello che sembrava vinto con le due squadre della capitale, ha raggiunto il Paradiso. Dopo essere stato omaggiato da tutte le tifoserie e avere diffuso uno straordinario video testamento sulla sua vita.
Arrivato a Roma, nella squadra giallorossa, il 1985, Sven non aveva il patentino per poter allenare. E così Dino Viola gli affiancò il mitico Clagluna come allenatore di facciata. Quella squadra che sembrava vecchia e finita, con Pruzzo, Graziani, Bruno Conti, fece una rimonta straordinaria e riprese in testa la Juventus. Poi, incredibilmente, a due giornate dalla fine, l’harakiri in casa contro il già retrocesso Lecce di Eugenio Fascetti: 2-3 e scudetto regalato ai bianconeri.
Il destino, 14 anni dopo, gli regalerà lo scudetto sull’altra sponda romana, quella laziale, con un finale inaspettato: all’ultima giornata, la Juventus di Ancelotti perse a Perugia e Sven potè riportare il titolo dopo 26 anni alle aquile. La curva nord gli dedicherà il coro straordinario, “Sven Goran Eriksson là là là là là”.
Lo scorso anno l’annuncio del tumore al pancreas. La commozione generale per quel galantuomo tipicamente scandinavo e mai fuori dalle righe. Poi, pochi mesi fa, la confessione di essere stato tifoso da sempre del Liverpool e di avere sognato di allenare la squadra. Sogno avverato, perché, sulle note di “You’ll never walk alone”, Sven entra ad Anfield, in un’atmosfera che metterà i brividi a tutto il mondo del calcio.
Pochi giorni fa l’allenatore svedese ha diffuso l’ultimo video. Una sorta di testamento lucido, di un uomo che era consapevole di dover attraversare l’ultimo viaggio. Ci sono più lacrime in paradiso oggi, ma anche una stella che brilla più forte. Buon viaggio Sven, maestro indimenticabile.
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