ATTIMIS. Un malore improvviso sabato notte che purtroppo non ha lasciato scampo, si è portato via all’età di appena 59 anni Giorgio Olmoti, storico dei linguaggi mediali e storyteller – noto su scala nazionale – che viveva tra Borgo Pecol, ad Attimis, e Torino, e che vantava una lunga e intensa collaborazione con numerosi artisti e musicisti, nonché con i principali editori italiani e con varie realtà didattiche e museali.
Fra le sue tante attività rientrano le apprezzate lezioni spettacolo con cantautori quali Federico Sirianni, Paolo Enrico Archetti Maestri – degli Yo Yo Mundi – e Tiberio Ferracane; ha inoltre partecipato alla realizzazione di dischi, come nel caso di quello, recente, di Giovanni Battaglino.
Olmoti – anche autore di parecchi saggi, su svariati argomenti, e di articoli per periodici di musica e fotografia – ha “firmato” la realizzazione di prodotti multimediali e organizzato corsi e seminari sulla didattica digitale e sulla narrazione orale, proponendo al pubblico storie che erano state scritte da lui personalmente o che si ispiravano alla descrizione di monumenti storici e opere d’arte.
Dai suoi molteplici impegni professionali è derivata pure una considerevole produzione radiofonica e multimediale, per lo più rivolta alla didattica. Un’infinità di propensioni, dunque, che Giorgio Olmoti – che ha viaggiato e vissuto in tutto il mondo – amava tuttavia racchiudere in una “catalogazione” unica, quella di «scrittore».
«Ho fatto mille mestieri», aveva detto di sé su un blog, definendoli sfaccettature «di quell’unico mestiere di vivere che mi porto addosso, nel bene e nel male: racconto e le mie storie stanno ficcate in pagine di libri e in fotografie, negli scompartimenti dei treni e nello zaino».
«Scrivo – aveva aggiunto – con una stilo caricata con inchiostro nero e su innumerevoli quaderni che perdo spesso. Di questa mia ossessione per la pagina e la narrazione e la fotografia e la musica e il cinema e il fumetto sono riuscito a fare un mestiere».
Cordoglio per la scomparsa di Olmoti (ha accusato il malore davanti alla sua abitazione di Attimis, al rientro da un giro in moto, con i sanitari inviati sul posto dalla Sores che non hanno potuto fare nulla per salvarlo), che lascia la moglie Stefania, viene espresso – a nome dell’intera amministrazione comunale – dal sindaco di Attimis Maurizio Malduca.
«Era una persona straordinaria: un uomo eclettico, dinamico, ricco di interessi e sempre proteso a nuove sfide professionali. Amante della storia e delle tradizioni, molto legato al Friuli, ha collaborato con direzioni didattiche e musei», conferma una conoscente, raccontando anche della sua immensa passione «per i cani e per le moto».